L'italiana in Finlandia: "Market assaltati, la paura del coronavirus è arrivata anche qui"

Clelia Barbieri, lombarda trapiantata da moltissimi anni nel paese dei laghi: "Sparite la carta igienica materie prime per fabbricare l’acquavite a domicilio"

Supermercati assaltati anche in Finlandia
Supermercati assaltati anche in Finlandia
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Marco Buttafuoco Modifica articolo

15 Marzo 2020 - 10.25


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La paura del virus, al di fuori dall’Italia, si declina in diverse forme, tutte improntate, a quanto pare, a un mix strano di allarmismo insensato e di sottovalutazione sostanziale. 
Guardate bene la foto che apre questo articolo. Quegli scaffali non campeggiano in un supermercato della provincia italiana. Non sono una testimonianza dell’ultima corsa all’acquisto seguita alle parole di Giuseppe Contee l’8 marzo. Sono state scattate in Finlandia e quei ripiani vuoti contenevano carta igienica. Già nel compassato estremo nord, in uno dei paesi più all’avanguardia in termini di welfare si è scatenata questo strana angoscia del rimanere senza quel prodotto. I media finlandesi stessi s’interrogano su questa singolarità.

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“A dire il vero – racconta Clelia Barbieri, lombarda trapiantata da moltissimi anni nel paese dei laghi – i finlandesi hanno svuotato anche i supermarket di attrezzature e materie prime per fabbricare l’acquavite a domicilio (notizia non tanto sorprendente da queste parti.) e hanno saccheggiato le scorte di caffè e liquirizia (una passione gastronomica finlandese, che si consuma salata). A gennaio avevamo temuto per alcuni casi sporadici di Covid19, poi sembrava tutto passato. Da tre giorni si è scatenata la paura. D’inverno le polmoniti sono all’ordine del giorno, considerato il nostro clima. Ma ora la sensazione è che i contagi siano aumentati a dismisura, (sempre secondo i nostri standard, a oggi ci sono centocinquantacinque casi, su una popolazione di cinque milioni e mezzo di abitanti). La Signora Sanna Marin (capo del nostro governo) ha iniziato con il proibire i raduni di più di cinquecento persone, ha caldamente chiesto di fermare ogni attività sportiva di squadra ed ha lasciato pure intendere che potrebbe arrivare una sorta di “stato d’emergenza. Ciò significherebbe addirittura la chiusura di scuole, musei e biblioteche. Misure che non furono adattate nemmeno durante la guerra d’inverno, il violentissimo conflitto russo finlandese, scoppiato dal novembre del 1939 all’aprile del 1940. Tenga conto che la scuola da noi è veramente autonoma. Significa che non solo ogni scuola, ma anche ogni classe è, per esempio, libera di indire periodi di vacanze separate, periodi di esame per ognuno. 
Ci aspettiamo il peggio, quindi, ma al momento la gente, supermercati a parte, ride e beve, fa le saune e beve, tutto come il solito. E comunque i mega acquisti hanno riguardato le città più che i piccoli paesi. Qui, nelle campagne, c’è un’abitudine antica alle privazioni, l’agricoltura, dato il clima, offre davvero poco“.
Chiedo alla signora di raccontarmi come i finlandesi vedono la situazione italiana e gli sforzi enormi che il nostro paese sta compiendo. 
“L’immagine dell’Italia è al solito molto stereotipata e duplice. Gli italiani sono i cultori del bello, sono la Ferrari, l’Opera lirica, ma anche la pizza e il mandolino. D’altronde non ci sono molti italiani, qui. Ecco, devo dirlo, le persone che cantavano alla finestra ieri pomeriggio, hanno suscitato più di una risatina. Gli italiani che cantano sono davvero uno stereotipo troppo ghiotto per non indurre a qualche battuta. Al di là di queste tutti siamo consapevoli che la vostra situazione è grave. I media non perdono occasione di ricordarci che l’Italia sta lavorando duro, per noi finlandesi e per tutto il mondo ”.

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