Dal Marocco, una storia di solidarietà: "Se c'è un italiano bloccato qui, venite a casa mia"
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Dal Marocco, una storia di solidarietà: "Se c'è un italiano bloccato qui, venite a casa mia"

A scrivere il messaggio è IIham Qannibou, 27 anni, Marocchina di Rabat: "l’Italia ci ha dato molto a noi stranieri, allora almeno facciamo qualcosa per voi.”

IIham Qannibou con la famiglia
IIham Qannibou con la famiglia
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12 Marzo 2020 - 15.33


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di Claudio Locatelli 
“Se c’è un italiano/a bloccato in Marocco (A causa della chiusura aeroporti) la casa dei miei genitori è aperta e accolgo chiunque gratuitamente”. Il messaggio è comparso sul folto gruppo Facebook “I Giramondo” (oltre 12.000 utenti) dove appassionati di viaggi si scambiano consigli, indicazioni e racconti.

A scriverlo è IIham Qannibou, 27 anni, Marocchina di Rabat. In Italia è arrivata nel 2017 per necessità lavorative, prima a Piacenza e poi a Verona, dove vive da marzo del 2018. Ha fatto la badante, prendendosi cura di un’anziana in città, per poi occuparsi di bambini come babysitter. È sposata con un suo connazionale e da poco si trova in maternità.

Non faccio in tempo a porle la prima domanda che, in un italiano incerto ma comprensibile, mi scrive: “Siamo in questo bel paese, gli italiani ci hanno aiutato molto. l’Italia ci ha dato molto a noi stranieri, allora almeno facciamo qualcosa per voi.”

L’8 marzo il decreto del Presidente del Consiglio istituisce le “zone rosse” per contenere la diffusione del virus COVID-19 (Alias Coronavirus), il 9 marzo le misure vengono estese a tutto il paese con decorrenza dal 10 marzo fino al 3 aprile. L’Italia diventa “zona rossa”

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Non si può uscire ne entrare senza motivi urgenti e comprovati. Gli spostamenti, in particolare tra i comuni, sono fortemente limitati, si può uscire per lavoro, motivi sanitari e per far ritorno al proprio domicilio/residenza. Diverse compagnie aere continuano a cancellare i voli da e per l’Italia.

Anche dal Marocco i voli vengono interrotti, con il rischio che diversi connazionali si trovino bloccati nel paese, o così almeno ha pensato IIham.

“I miei genitori hanno una casa in un paesino vicino alla città di Rabat…mia madre a 47 anni e mio papà 57.”

Senza esitazione decide di scrivere quel post, mettendo a disposizione l’abitazione dov’è cresciuta insieme ai suoi genitori. L’idea che qualcuno possa trovarsi in difficoltà, impossibilitato a poter tornare nel proprio paese, la spinge a rendersi disponibile.

“Ho pensato da fare questo perché sono in difficoltà qua…e ci sono tanti italiani che mi aiutano…sii certo, siamo pronti ad aiutare”

Provo a chiedere se ha mai riscontrato problemi per il fatto di essere marocchina, soprattutto a Verona,ncittà dove nel tempo si sono verificati diversi episodi di discriminazione, anche violenta. Gentilmente declina la mia domanda, forse per timore o forse per non aprire questo argomento.

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Quello che è certo è il senso di gratitudine che IIham prova verso l’Italia e gli italiani, maturato grazie a chi ha compreso le sue necessità e ha deciso a suo tempo di aiutarla. Ed ora, sente di poter restituire la solidarietà ricevuta, aiutando gli italiani che potrebbero trovarsi in difficoltà nel suo paese.

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