La Lega dei Ticinesi cavalca l'italo-fobia: "Chiudere la frontiera con la Lombardia"

Lorenzo Quadri, consigliere nazionale leghista ticinese, invoca misure restrittive contro gli italiani: "E' allarmante che il dogma delle frontiere spalancate sia prioritario rispetto alla salute pubblica"

Lorenzo Quadri della Lega dei Ticinesi
Lorenzo Quadri della Lega dei Ticinesi
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25 Febbraio 2020 - 17.10


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Sono leghisti, ma ticinesi. E per loro i lombardi sono più o meno quello che per i leghisti (ex padani) sono gli africani. Ossia gente inferiore che va rompendo le scatole cercando lavoro mentre loro preferirebbero starsene da soli dietro un bel moro.
E allora vogliono chiudere le frontiere. Questo lo slogan della Lega. dei Ticinesi che vorrebbe chiudere agli accessi dall’Italia e, più specificamente, dalla Lombardia, di fronte alla crisi dei contagi da nuova coronavirus che hanno avuto come epicentro italiano proprio la regione in cui è nata e che è oggi governata dalla Lega (quella di Matteo Salvini).
“Il dato saliente delle fumose comunicazioni ufficiali odierne sull’emergenza coronavirus è che continuano a non essere previste misure ai confini con l`Italia per tutelare la popolazione ticinese. Intanto nella Penisola i morti sono saliti a 7, quasi tutti in Lombardia”, ha detto Lorenzo Quadri, consigliere nazionale leghista ticinese, che invoca misure restrittive contro gli italiani, secondo quanto riferisce il Corriere del Ticino.
“Eppure i Paesi limitrofi all’Italia le misure al confine le hanno invocate ed anche applicate (vedi le richieste dei comuni francesi confinanti con la Penisola ed i blocchi di convogli da parte dell’Austria). Stati più lontani come la Romania e perfino Israele hanno imposto la quarantena a chi torna dalla Lombardia o dal Veneto”, ha proseguito Quadri.
“Berna, anche in questo frangente, sottovaluta colpevolmente le conseguenze che la collocazione geografica del Ticino comporta per la sua popolazione in regime di libera circolazione delle persone. Senza dimenticare che molti ticinesi si recano in Svizzera interna per motivi di lavoro o di studio: nel caso il coronavirus si propagasse in Ticino, l’autorità federale ‘blinderebbe’ il Gottardo per non aver voluto intervenire alle frontiere con l`Italia?” sostiene ancora il consigliere leghista.
“E’ allarmante che il dogma delle frontiere spalancate venga considerato prioritario addirittura rispetto alle questioni di salute pubblica; e questo malgrado la sospensione dell’accordo di Schengen per tali motivi sia prevista. Chi compie simili scelte se ne dovrà assumere la responsabilità”, ha concluso Quadri.

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