Bimba di 7 anni rapita e uccisa: a Città del Messico scoppia la rivolta anti-machista
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Bimba di 7 anni rapita e uccisa: a Città del Messico scoppia la rivolta anti-machista

In Messico 10 donne vengono uccise ogni giorno e gli omicidi nell'arco delle 24 ore sono più di 90. Ma solo il 20% dei delitti arriva a una condanna

I funerali in Messico della piccola Fatima
I funerali in Messico della piccola Fatima
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19 Febbraio 2020 - 18.03


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L’ennesimo episodio di violenza in un paese nel quale la violenza è la drammatica realtà quotidiana.
Momenti di tensione si sono però stati a Città del Messico durante i funerali della piccola Fatima, la bambina di 7 anni rapita e uccisa a Città del Messico.
Hanno preso parte al corteo funebre la famiglia e gli amici della bimba. Nella testa dei presenti rimbombavano le parole di Malena, sua madre: «Questa volta è stata mia figlia, ma avrebbe potuto essere qualcuno di voi».

La donna non riesce a darsi pace per essere arrivata in ritardo a prendere la figlia a scuola. Quindici minuti che, continua a ripetersi, hanno fatto la differenza tra la vita e la morte. Ma non è sua la colpa se il quartiere dove è scomparsa Fatima l’11 febbraio si trova a poca distanza da uno dei luoghi più malfamati della capitale messicana, dove nemmeno la polizia osa avvicinarsi. Alcune telecamere di videosorveglianza vicine alla scuola non funzionavano, ma una sì e ha ripreso una donna che osserva Fatima e si avvicina a lei dopo l’uscita da scuola. 
Cinque persone sono state interrogate e la donna mostrata nel video è ricercata. Gli inquirenti non hanno rivelato i dettagli della morte di Fatima: si sa solo che il corpo presentava segni di tortura e percosse e che è stato trovato nudo e avvolto in un telo di plastica in un terreno abbandonato, usato come discarica dagli abitanti del quartiere. Un terreno che si trova a pochi isolati di distanza dalla casa della piccola.
Il caso di Fatima ha sconvolto l’opinione pubblica e ha portato sotto i riflettori il tema del machismo imperante nella società messicana. Movimenti femministi e per i diritti umani sono scesi in piazza per protestare contro le autorità e, in generale, contro un modo di pensare e di agire molto diffuso. «Esistono due gruppi particolarmente vulnerabili, le ragazze e gli adulti più anziani. Abbiamo bisogno di politiche di prevenzione che tengano conto dell’età, della disabilità, della scelta sessuale» afferma Ana Pecova, direttrice dell’organizzazione Equis Justicia para las Mujeres.
In Messico, secondo dati recenti, 10 donne vengono uccise ogni giorno e gli omicidi nell’arco delle 24 ore sono più di 90. Di fronte a questa strage quotidiana solo il 20% dei delitti sfocia in una condanna in tribunale. Nella sola Città del Messico si è assistito a un aumento del 35% dei femminicidi nell’ultimo anno. È importante – e insolito – il mea culpa della sindaca della capitale Claudia Sheinbaum, che ha ammesso che «una catena di negligenza istituzionale» ha portato al delitto. Dall’aver permesso che una persona sconosciuta si allontanasse con una bimba di 7 anni all’aver ritardato di 24 ore la denuncia di scomparsa dei genitori.
Solo la scorsa settimana il Messico era stato ugualmente turbato dal barbaro assassinio di una 25enne da parte del suo partner, che aveva confessato in un video di averla uccisa. Le foto del corpo martoriato della giovane, pubblicate sui media locali, avevano suscitato un’indignazione che aveva superato i confini nazionali. 

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