Vanno al compleanno di un gay: 8 uomini condannati in Mauritania
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Vanno al compleanno di un gay: 8 uomini condannati in Mauritania

La polizia intervenuta dopo la diffusione di un video di una festa in un ristorante. I partecipanti accusati di "atti contrari non etici", "atti proibiti da Allah" e "pubblicazione di una cerimonia dissoluta".

Omofobia in Mauritania
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10 Febbraio 2020 - 20.59


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L’omofobia che in molti stati africani (e non solo) è legge: la magistratura della Mauritania ha condannato otto uomini a due anni di carcere per “atti contrari alla morale” dopo la diffusione di un video che li ritrae mentre partecipano a un party inizialmente presentato come un matrimonio gay.
 Lo si è appreso oggi dal loro avvocato e da Human Rights Watch (Hrw).
Nel video, divenuto virale in Mauritania e nei Paesi vicini a metà gennaio, si vede una festa in un ristorante a Nouakchott presentata come il primo “matrimonio gay” in questa repubblica islamica nel Nordovest dell’Africa che vieta i comportamenti gay. Dieci persone accusate di avervi preso parte sono state arrestate una settimana dopo, poi accusate di “atti contrari non etici”, “atti proibiti da Allah” e “pubblicazione di una cerimonia dissoluta”.
Si è trattato di una “festa di compleanno di un omosessuale che aveva invitato solo i suoi simili”, secondo la polizia. Otto uomini che hanno partecipato al party “hanno ricevuto due anni di prigione” dopo il processo, che ha avuto luogo in totale discrezione davanti al tribunale penale di Nouakchott il 30 gennaio, ha riferito all’Afp il loro avvocato, Mohamed Ould Obeid.
Una donna presente al compleanno è stata condannata a un anno di prigione e il proprietario del ristorante è stato assolto, ha aggiunto l’avvocato, spiegando che si era appellato per conto dei suoi clienti, che si erano dichiarati non colpevoli. “Le autorità mauritane non hanno mandato una persona dietro le sbarre solo perché ha partecipato a una pacifica festa di compleanno”, ha dichiarato Graeme Reid, direttore della divisione Lgbt di Human Rights Watch, chiedendo la “liberazione immediata” degli otto detenuti.

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