Il coronavirus dilaga: la Cina estende il cordone sanitario e i morti salgono a 41
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Il coronavirus dilaga: la Cina estende il cordone sanitario e i morti salgono a 41

Si rafforzano le ipotesi secondo cui l'epidemia avrebbe avuto origine in un laboratorio di Wuhan.

Il coronavirus in Cina
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25 Gennaio 2020 - 09.17


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La Cina ha esteso il cordone sanitario volto a circoscrivere l’emergenza coronavirus. Lo hanno annunciato le autorità, precisando che i provvedimenti riguardano ora 56 milioni di persone. Pechino ha inoltre ordinato misure a livello nazionale per identificare i casi sospetti su treni, aerei e autobus. La decisione è stata presa dopo il drastico aumento, nelle ultime ore, di vittime e pazienti contagiati.

Le regole includono la chiusura dei collegamenti per il trasporto pubblico e l’accesso alle autostrade nelle città. In tutto il Paese saranno istituiti alcuni punti di ispezione e tutti i viaggiatori con sintomi di polmonite saranno “immediatamente trasportati” in un centro medico.

 Sale a 41 il numero dei morti Gli ultimi dati diffusi parlano di 41 vittime nel Paese e circa 1.300 casi accertati. Per far fronte all’epidemia è stata imposta la chiusura di parte della Grande Muraglia e della Città proibita, mentre sono salite a 13 le città isolate. A Wuhan, città epicentro dell’epidemia, sono stati inviati 450 medici militari che saranno smistati negli ospedali della zona.

 Tra le vittime anche un medico che curava i pazienti a Wuhan Secondo quanto riferito dai media locali, tra le vittime c’è anche Liang Wudong, un medico di 62 anni morto dopo essere stato contagiato dal coronavirus mentre lavorava nell’Hubei Xinhua Hospital di Wuhan.

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 “Nei laboratori di Wuhan sviluppate armi chimiche” Intanto si rafforzano le ipotesi secondo cui l’epidemia avrebbe avuto origine in un laboratorio di Wuhan. Secondo Dany Shoham, un ex ufficiale dell’intelligence militare israeliana, esperto di guerra batteriologica, proprio nella città cinese c’è un laboratorio collegato al programma segreto di armi chimiche portato avanti da Pechino, l’unico del Paese ritenuto sicuro per lo studio di virus mortali. Shoham ha spiegato al Washington Times che all’interno dell’istituto di Wuhan “sono probabilmente utilizzate, in piani di ricerca e sviluppo, armi biologiche”.

 In Francia i primi tre casi europei, falso allarme a Parma Intanto si registrano in Francia primi tre casi europei. I tre pazienti, due appena rientrati dalla Cina e un loro parente stretto, sono ricoverati in isolamento negli ospedali di Parigi e Bordeaux. Escluso, invece, il caso sospetto a Parma: gli accertamenti dei medici su una donna che ha accusato febbre e tosse hanno dati esito negativo.

 Primo contagio accertato in Australia L’ultimo Paese in ordine di tempo ad essere raggiunto dal contagio è stato l’Australia. Il paziente, un uomo sulle cui generalità non sono stati diffusi dettagli, era giunto una settimana fa a Melbourne da Wuhan. Secondo il responsabile della sanità pubblica australiana, Brendan Murphy, le autorità dello Stato di Victoria ha applicato “strettamente i protocolli, e messo il paziente in isolamento”.

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