La Regina Elisabetta ha davvero visto tutto: Boris Johnson è il nuovo primo ministro britannico

Proteste in strada: manifestanti tentano di impedire al corteo di arrivare a Buckingham Palace per ricevere lʼincarico dalla regina

Boris Johnson e la Regina Elisabetta
Boris Johnson e la Regina Elisabetta
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24 Luglio 2019 - 15.52


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Boris Johnson a Buckingham Palace ha ricevuto dalla regina Elisabetta l’incarico formale di nuovo primo ministro britannico. Il 55enne neo leader Tory, paladino della Brexit, è il successore della collega di partito Theresa May. Johnson è il premier numero 14 accolto dalla 93enne Elisabetta II negli oltre 67 anni del suo lungo regno. Il primo fu Winston Churchill, in una lista che comprende da oggi 12 uomini e due donne.
Manifestanti in strada contro il neopremier – L’arrivo di Johnson a palazzo è stato accolto anche dalla protesta di un drappello di manifestanti, in particolare attivisti di Greenpeace, che la polizia ha rapidamente allontanato, impedendo loro di fermare il corteo del premier entrante. Prima del passaggio formale di consegne, si sono dimessi come preannunciato alcuni ministri del governo May considerati più moderati di Boris Johnson e contrari all’ipotesi (che il premier entrante non esclude) di una Brexit no deal il 31 ottobre.
I nomi di maggiore spicco fra coloro che si sono fatti da parte, certamente fuori dalla prossima compagine, sono quelli di David Lidington, vicepremier di fatto con May, del cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, del ministro della Giustizia, David Gauke, e del titolare della Cooperazione Internazionale (e già candidato alla leadership Tory), Rory Stewart.
Il discorso a Downing Street: “Brexit il 31 ottobre” – Per il suo ingresso a Downing Street Johnson ha evocato “un nuovo e migliore accordo” con l’Ue sulla Brexit, insistendo sul 31 ottobre per l’uscita dall’Ue e dicendo no “ai pessimisti” che non credono “alla nostra capacità di onorare il mandato democratico” del referendum del 2016. Proveremo che “i critici e i dubbiosi si sbagliano”, ha detto il nuovo premier britannico, pur ricordando che ci sono solo 99 giorni. Poi ha definito “remota” la possibilitù di un no deal, ma ha ribadito che bisogna esser pronti.

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