I migranti della Sea Watch: "Costretti a seppellire cadaveri per nasconderli alle ispezioni"

La portavoce della Ong Sea Watch Giorgia Linardi ha raccontato le testimonianze delle persone soccorse in mare

Abusi in Libia
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15 Giugno 2019 - 09.06


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Storie di disperazione e di orrore mentre Capitan Nutella parla di ‘sequestro’ dei migranti che int realtà scappano dai sequestratori e che lui vorrebbe rimandare nelle braccia di chi stupra, tortura e ricatta.
“Le persone a bordo ci hanno raccontato di aver trascorso lunghi periodi di detenzione in Libia e di aver subito vessazioni inenarrabili. Una persona ci ha raccontato di essere stato costretto a seppellire cadaveri per preparare il centro di detenzione alla visita di operatori esterni cercando di renderlo più presentabile. Anche il più piccolo dei naufraghi che ha solo 12 anni è stato imprigionato, senza un valido motivo. Un’altra persona ha raccontato di essere stata venduta ed ha lavorato come servo per riconquistarsi la libertà e partire per mare. Molte persone raccontano di essere state riportate indietro. Un altro naufrago ci ha raccontato di aver assistito all’uccisione di un familiare con un colpo di kalashnikov sempre mentre era in detenzione. Noi non riporteremo mai nessuno in un Paese in cui avvengono queste cose e ci aspetterremmo che i nostri Governi si impegnassero perché questo non avvenga invece di alimentare la spirale del traffico”.

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Così la portavoce della Ong Sea Watch Giorgia Linardi, in un video postato su Twitter.

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