Landini: "per salvare l'Europa bisogna cambiarla, troppe diseguaglianze"
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Landini: "per salvare l'Europa bisogna cambiarla, troppe diseguaglianze"

Lo ha affermato il segretario della Cgil nel corso del Congresso del Ces a Vienna: "dobbiamo costruire una memoria comune contro il fascismo di ritorno"

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22 Maggio 2019 - 16.41


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Nel corso del suo intervento al Congresso della Ces (Confederazione Europea dei Sindacati) a Vienna, il segretario della Cgil Maurizio Landini ha dichiarato: “Per realizzare un progetto di Europa unita, solidale e democratica è necessario cambiarla. Sono troppe le diseguaglianze che si sono create”.
Per il leader della Cgil, infatti, i nodi da affrontare con urgenza a livello europeo sono “la lotta alle diseguaglianze per affermare la democrazia; un sistema fiscale europeo che impedisca il dumping fiscale; diritti sul lavoro, alla formazione, e non la libertà di licenziare e deregolamentare il mercato del lavoro”.
“Servirebbe – prosegue – un social compact, uno Stato sociale che si estende a tutti e non un fiscal compact. È necessario ridurre gli orari di lavoro, non aumentarli. Occorre tagliare le unghie alla finanza e rilanciare gli investimenti pubblici per un nuovo modello di sviluppo”. 
“Il ruolo della contrattazione – aggiunge Landini – è un nodo decisivo per unire tutti i lavoratori. Solo una politica contrattuale comune può favorire il superamento della competizione causata dalle delocalizzazioni”.
Landini ricorda poi come l’Europa sia nata dalla sconfitta del fascismo: “Se oggi non vogliamo tornare indietro – avverte – dobbiamo costruire una memoria e abbiamo bisogno che la democrazia si fondi sulla partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori. L’occupazione deve essere di qualità perché un’occupazione senza diritti e senza dignità crea solo rabbia e frustrazione lasciando spazio alle destre”.
“Domenica si vota e lunedì dovremo essere in grado di mettere in campo, in tutta Europa, un’azione contrattuale comune che metta al centro il lavoro, la lotta alla precarietà e l’aumento dei salari, perché questi devono essere i punti di forza per un’Europa nuova, più unita e giusta, fondata sul lavoro e sui diritti”, conclude Landini.

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