Libia, Haftar alle porte di Tripoli; l'Eni evacua il personale italiano
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Libia, Haftar alle porte di Tripoli; l'Eni evacua il personale italiano

Le milizie del generale hanno incontrato le forze aeree del governo di unità nazionale. Si registrano scontri e già molti morti

milizie di Haftar
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6 Aprile 2019 - 08.24


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L’Eni evacua il personale italiano

Il gruppo Eni, in accordo con la Farnesina, ha deciso di far evacuare il personale italiano in Libia, in seguito agli ultimi aggiornamenti sull’avanzata del generale Haftar. Si tratta, specifica l’Eni, di una ‘misura precauzionale’. 
Il personale italiano dell’Eni in Libia è presente a Tripoli, nel giacimento di Wafa, in Tripolitania, e in quello di El Feel, a sud.
La situazione nei campi è sotto controllo e stiamo monitorando l’evolversi della situazione con molta attenzione”, ha detto all’Adnkronos un portavoce dell’Eni. Il gruppo petrolifero italiano, aggiunge il portavoce dell’Eni, “non ha personale attualmente presente a Tripoli”.

Haftar conquista l’aeroporto di Tripoli
In Libia le truppe del generale Haftar sono entrate nell’aeroporto internazionale di Tripoli, a circa 25 chilometri dal centro cittadino. Lo ha twittato l’emittente Al Arabiya e la notizia è stata confermata da Ahmed al-Mismari, portavoce dell’Esercito nazionale libico (Lna) e fedelissimo di Haftar, che ha dichiarato: “La zona da Tarhouna fino all’aeroporto è stata tutta messa in sicurezza”. In giornata, fonti del Lna hanno dichiarato anche la conquista di Wadi el Rabie, una strada a 20 chilometri dal lungomare della capitale.
In risposta all’offensiva di Haftar, l’esercito governativo del premier al-Sarraj ha risposto con le forze dell’aviazione: gli scontri si registrano a al-Hira, a nord di Garian, e nell’area settentrionale di Fezzan. Le milizie di Misurata e Zintan si sono mobilitate per impedire incursioni dell’esercito di Haftar. 
La situazione è incandescente, e l’Onu si dice “estremamente preoccupato” per bocca del suo segretario generale Antonio Guterres: “non può esserci una soluzione militare al conflitto in Libia” ha dichiarato, di ritorno da una visita proprio nel paese, “ma solo diplomatica. Riparto con il cuore pesante”

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