Le elezioni in Nigeria tra corruzione, insicurezza e sfruttamento del petrolio
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Le elezioni in Nigeria tra corruzione, insicurezza e sfruttamento del petrolio

Le elezioni presidenziali previste per il 16 febbraio sono slittate al 23 febbraio. Tra i candidati alle presidenziali anche l’ex vicepresidente Atiku Abubakar, coinvolto in affari di riciclaggio di denaro.

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18 Febbraio 2019 - 11.41


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Le elezioni presidenziali previste in Nigeria per il 16 febbraio sono slittate al 23 febbraio, per problemi come la corruzione, l’ambiente degradato e l’insicurezza, legata anche ai terroristi di Boko Haram.
Anche lo sfruttamento del petrolio da parte di multinazionali straniere creano danni alla popolazione e all’ambiente locale: gli ambientalisti accusano da tempo Eni e Shell di costringere persone alla sbarra sia in Italia, sia in Olanda.
Amnesty International ha provato a mettere insieme i dati delle perdite di petrolio nel Delta del Niger nel corso degli anni da parte di Eni e Shell. Ebbene, l’organizzazione ha dichiarato che analizzando i report della compagnia anglo-olandese, in Nigeria dal 1956, si arriva a un totale di 17,5 milioni di litri persi fino al 2011, mentre per la società italiana, fino al 2014 si arriva a 4,1 milioni.
Mercoledì 13 febbraio in Olanda è partito il processo contro la Royal Dutch Shell, accusata di essere stata colpevole, se pur in modo indiretto, dell’impiccagione nel 1995 di quattro attivisti del Mosop, il movimento che difendo gli Ogoni, la popolazione più colpita dal petrolio nel Delta del Niger. Le repressioni a danno degli Ogoni, sostiene l’accusa, sarebbero state provocate in modo indiretto proprio dall’attività della multinazionale anglo-olandese nella zona.
Ad essere impiccate nel 1995 dopo un processo sommario erano state in tutto nove persone, un gruppo conosciuto come The Nine Ogoni. Tra loro c’era pure Ken Saro Wiwa, popolare poeta, scrittore e attivista ambientale del Mosop che si era avvicinato alla politica ai tempi della Guerra del Biafra. Nel corso degli anni, il Movimento degli Ogoni era riuscito a mobilitare centinaia di migliaia di persone nel Paese, tanto da essere considerato un nemico giurato dal regime di Sani Abacha.
Sul processo che ha portato all’impiccagione dei nove, si è espressa in modo chiaro anche l’Onu, che aveva parlato di violazione di convenzioni internazionali e, in un suo rapporto del 1996, ha messo nero su bianco: “Nel processi contro Ken Saro Wiwa e altri, il Governo della Nigeria dovrebbe considerare l’opportunità di costituire una commissione di giuristi, nominati dal ministro della Giustizia della Nigeria, per stabilire che genere di sgravio finanziario possa essere concesso ai familiari degli uccisi”. Nulla di tutto questo è stato fatto.
Tra gli oltre 70 candidati alle presidenziali nigeriane, il principale avversario del presidente uscente Muhammadu Buhari è l’ex vicepresidente Atiku Abubakar. Quest’ultimo è stato accusato da Buhari di essere coinvolto in affari di riciclaggio di denaro e il suo nome è comparso anche nel processo Opl 245 a Milano.

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