L'Ecuador respinge il ricorso di Assange: nessuna violazione dei diritti umani
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L'Ecuador respinge il ricorso di Assange: nessuna violazione dei diritti umani

Un giudice ha definito "irricevibile" la denuncia del fondatore di Wikileaks che contesta le regole decise il 12 ottobre scorso sostenendo che violino i suoi diritti con l'obiettivo di costringerlo a lasciare l'ambasciata

Julian Assange
Julian Assange
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30 Ottobre 2018 - 10.09


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Una brutta notizia per Julian Assange sulle nuove regole imposte dall’ambasciata ecuadoriana a Londra dove si trova dal 2012. Un giudice in Ecuador ha infatti respinto la denuncia presentata dal fondatore di Wikileaks contro le autorità di Quito per aver violato i suoi “diritti fondamentali” e limitato l’accesso al mondo esterno nel corso della sua permanenza nella sede diplomatica a Londra.
La giudice Karina Martinez ha definito “irricevibile” l’azione intentata da Assange attraverso il suo difensore, l’ex magistrato spagnolo Baltasar Garzon, che contesta le regole decise il 12 ottobre – i visitatori devono ottenere un’autorizzazione preventiva, il fondatore di Wikileaks deve pagarsi le bollette del telefono e della luce, deve pulirsi il bagno e accudire il suo gatto James – sostenendo che violino i diritti di Assange e abbiano l’obiettivo di costringerlo a lasciare l’ambasciata. Carlos Poveda, legale di Assange in Ecuador ha fatto appello e la decisione sul caso verrà presa nei prossimi giorni.
Assange si era rifugiato nell’ambasciata ecuadoregna sei anni fa, per sfuggire alle accuse di aggressione sessuale per le quali era ricercato in Svezia, accuse che nel frattempo sono cadute. Il fondatore di Wikileaks teme che lasciando la sede diplomatica possa essere estradato negli Stati Uniti dove è accusato della pubblicazione di documenti riservati del governo americano. In una videoconferenza con il tribunale di Quito, Assange ha tra l’altro denunciato che la Gran Bretagna avrebbe dato il suo via libera all’estradizione negli Stati Uniti. Lo stesso procuratore generale Usa Jeff Sessions ha dichiarato che l’arresto di Assange è una “priorità”.
I rapporti del fondatore di Wikileaks con il governo ecuadoregno sono peggiorati negli ultimi mesi, con l’ambasciata che gli ha tagliato il collegamento a Internet, denunciando la violazione di un accordo preso in base al quale non avrebbe dovuto inviare messaggi che potessero compromettere le relazioni di Quito con altri Paesi. Un protocollo regola, infatti, la permanenza di Assange e future infrazioni porteranno alla revoca dell’asilo.

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