Le ong latinoamericane contro Di Batista: non lo fate entrare è un fascista

La campagna partita dal Messico con l'hashtag #dibattistafueraya: "Finge di essere un cooperante di sinistra ma è il leader del M5S, partito italiano che sta al governo con i fascisti"

Di Battista
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28 Settembre 2018 - 13.01


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E se il viaggio in Sud America di Alessandro Di Battista subisse qualche modifica? Nel Continente sta infatti diventando “persona non gradita”. Con l’hashtag #dibattistafueraya (Di Battista via adesso), di profilo in profilo, dal Messico all’America Latina tutta, sta rimbalzando un messaggio di allarme, con tanto di “foto segnaletica” del politico italiano.
“Attenzione – si legge nel messaggio –  questo signore, Alessandro Di Battista, sta viaggiando per il Centroamerica facendo reportage e foto sui processi di resistenza, si presenta come un cooperante di sinistra, ma in realtà è il leader del M5S, partito italiano che sta al governo, che sostiene posizioni fasciste e razziste contro migranti africani, asiatici e latinoamericani”.

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I respingimenti, la politica delle frontiere chiuse e l sostegno in generale alle idee xenofobe di Salvini hanno suscitato scalpore anche in America Latina, mentre l’ondata di crescente razzismo e le violente aggressioni ai migranti sono seguite con preoccupazione anche oltreoceano. 

Per questo la gita latinoamericana di Dibba ha iniziato ad essere guardata con sospetto, trasformatosi in aperta ostilità dopo la visita del politico al caracol di Oventik, la comunità zapatista più vicina a San Cristobal, in Chiapas, Messico.  

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In più agli attivisti che in Messico e fuori le sostengono, non è piaciuto per niente che il politico abbia mentito sulla sua reale attività, presentandosi come semplice cooperante. Ancor meno è stato apprezzato il racconto che Di Battista ha fatto della sua “esperienza” nel caracol, a detta degli stessi zapatisti e di chi dall’Italia li sostiene come la storica associazione “Ya basta”, pieno di luoghi comuni e inesattezze. 

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