Thailandia, dopo 9 anni torna la pena di morte. Amnesty International: "decisione deplorevole"

Il paese non ha abolito la pena capitale ma non la praticava da quasi un decennio. Il condannato era un 26enne che ha ucciso un ragazzo minorenne nel 2012.

Soldati thailandesi
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19 Giugno 2018 - 20.59


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Lunedì 18 giugno è stata compiuta in Thailandia la prima esecuzione capitale da 9 anni a questa parte, con un’iniezione letale che ha ucciso il 26enne condannato per l’omicidio di un ragazzo minorenne cui aveva rubato il telefono per poi pugnalarlo 24 volte. I fatti risalgono al 2012. 

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Le organizzazioni umanitarie si sono schierate contro la pena di morte: in una nota, Amnesty Internationale l’ha definita “deplorevole”, specie alla luce del fatto che, dopo dieci anni senza esecuzioni, la Thailandia era per l’organizzazione un paese “abolizionista in pratica”.

Per la legge thailandese sono 64 i reati che prevedono la pena di morte, tra cui traffico di droga e omicidio. In questo momento ci sono 500 condannati nelle carceri thailandesi, tra cui un italiano, Denis Cavatassi, condannato nel 2011 per l’omicidio di un connazionale.

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