Il cronista della Rai scova il criminale nazista Stark in Baviera: non è mai stato in prigione

L'ex sergente della Wehrmacht, condannato insieme ad altri militari tedeschi per aver ucciso centinaia di civili italiani durante la guerra, ha 98 anni. Al giornalista ha detto "Non mi interessa, la vicenda è conclusa"

Il criminale nazista nel servizio del Tg1
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14 Giugno 2018 - 20.52


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Wilhelm Karl Stark è un signore tedesco di 98 anni. Una lunga vita la sua, e una vecchiaia serena. Nonostante un orrendo crimine per cui non ha mai pagato: tra il 1943 e il 1945 si trovava in Italia come sergente della divisione corazzata Hermann Goering e come militare della Wehrmacht fu protagonista di una serie di eccidi, tra cui la strage di Cervarolo, in provincia di Reggio Emilia, in cui furono trucidati 23 civili ed il parroco del paese. Per quella strage e per l’omicidio di altre centinaia di persone nell’Appennino tosco-emiliano Stark è stato condannato in via definitiva dal tribunale militare italiano, ma non ha mai scontato un solo giorno di prigione: la Germania non ha mai reso esecutiva la condanna ne lo ha mai estradato. 

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La sua storia è stata raccontata oggi dal Tg1: il giornalista Alessio Zucchini lo ha incontrato in un sobborgo di Monaco di Baviera. Con lui sono altri quattro i criminali di guerra nazisti macchiatisi di orrendi crimini in Italia e ancora in vita, condannati in via definitiva dalla nostra giustizia ma mai consegnati dalla Germania. 

L’ex sergente Stark, messo alle strette, ha confermato al giornalista di essere stato con la Goering in quei luoghi ma ha negato le sue responsabilità e non mostra alcun segno di pentimento. “Non mi interessa, la vicenda è conclusa”, la risposta al cronista del tg1 che gli chiedeva cosa l’ex soldato si sentisse di dire ai tanti familiari delle sue vittime.

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Eppure, come hanno confermato nell’inchiesta giornalistica i sopravvissuti alla strage di Cervarolo del 20 marzo ’44, era proprio Wilhelm Stark a dare ordini durante le fucilazioni di massa.

Gli altri quattro criminali nazisti sono stati condannati per l’eccidio di Cefalonia nel settembre 1943, per la strage del padule di Fucecchio nell’ agosto 1944 e per una serie di stragi nell’Appennino tosco emiliano: solo alcuni degli episodi di quella stagione di sangue e rappresaglie naziste contro la popolazione civile italiana costata la vita in soli 20 mesi ad almeno 15 mila persone.

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