L'America respinge la carovana di migranti al confine con il Messico

Sono arrivati a San Isidro. Ci sono donne e bambini, chiedono aiuto umanitario agli Usa. Provengono da diversi Paesi dell'America latina: una carovana partita il 25 marzo

I migranti al confine Usa
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30 Aprile 2018 - 06.43


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Il serpentone della carovana dei migranti provenienti da diversi Paesi dell’America latina ha raggiunto il confine con gli Stati Uniti: in duecento stanno assediando la frontiera di San Isidro e chiedono asilo umanitario agli Usa. Ci sono donne e bambini. Alcuni di loro hanno affermato di essere in fuga dai propri paesi perché in pericolo di vita.  
Le autorità di frontiera li hanno respinti perché sarebbe esaurita la capienza del centro di smistamento Si tratta dell’ultima tappa di un viaggio avviato un mese fa a Tapachula, nel Sud del Messico, e che aveva coinvolto 1.500 persone. La carovana è stata dispersa gradualmente lungo il percorso: giovedi’ ne sono arrivati solo 130 a Tijuana. Altri 200 si sono aggregati a loro venerdi’ per andare a bussare alle porte dell’America. Di carovane del genere che hanno raggiunto la frontiera degli Stati Uniti ce ne sono state diverse negli ultimi anni. Ma questa in particolare e il suo percorso hanno colto l’attenzione dell’opinione pubblica dopo i recenti commenti e tweet critici del presidente Donald Trump, che ha tra l’altro descritto i caravan di migranti come una minaccia per gli Stati Uniti.
“Il piano è che tutto il gruppo si avvicini al confine internazionale e da lì, secondo le possibilità di attenzione delle istituzioni degli Stati Uniti, passare uno a uno o per gruppi”, spiega Gina Garibo, coordinatrice del progetto dell’organizzazione People Without Borders, che li ha accompagnati per tutto il viaggio. I 200 arrivati fanno parte del gruppo iniziale partito un mese e tra loro ci sono molte famiglie: alcune temono di essere separate. “Secondo i regolamenti delle istituzioni statunitensi, le famiglie non possono essere separate – spiega Garibo – ma in pratica vediamo che succede ogni giorno, cerchiamo misure legali in modo che non accada, ma è una decisione delle autorità dell’immigrazione americane”.

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