Trump, Gran Bretagna e Francia, raid in Siria. L'Italia si defila

Alle tre di notte, ora italiana, il presidente Trump ha annunciato l'inizio delle ostilità. Ma gli esiti sono imprevedibili. Gentiloni: non daremo le nostre basi agli aerei di guerra

L'attacco in Siria
L'attacco in Siria
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14 Aprile 2018 - 07.24


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Alle 21 ora americana, erano le 3 di notte in Italia, il presidente americano Donald Trump ha annunciato che gli Usa assieme a Francia e Gran Bretagna hanno lanciato una serie di bombardamenti in Siria. “Il nostro obiettivo è distruggere le capacità di lanciare armi chimiche del regime siriano”, ha detto Trump in diretta televisiva. “Andremo avanti il tempo necessario per distruggere le loro capacità”, ha aggiunto il numero uno della Casa Bianca.

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Anche Londra ha ribadito l’azione. La premier Theresa May ha dichiarato che “non c’erano alternative all’uso della forza”. In una nota diffusa ai media, la May sostiene “ho ordinato alle forze britanniche di condurre attacchi coordinati e mirati per ridurre il potenziale dell’armamento chimico del regime siriano e dissuaderne l’uso”.

Pochi minuti dopo le 3 ora di Damasco, la tv siriana e alcuni giornalisti accreditati in Siria hanno confermato che gli attacchi erano in corso e che alcune esplosioni si sono sentite anche nei dintorni della capitale siriana. L’impressione è che al momento Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna abbiano utilizzato soprattutto missili da crociera, lanciati da unità navali oppure da sommergili (come quello che Londra aveva appena spostato al largo della Siria). Il governo francese ha fatto vedere sui suoi account Twitter aerei Rafale in decollo per l’operazione in Siria, mentre 4 Tornado britannici decollati prevedibilmente dalla base cipriota di Akrotiri hanno messo a segno l’operazione contro una installazione vicino Homs.
Almeno tre civili sono rimasti feriti nell’attacco di Usa, Gran Bretagna e Francia contro la base militare di Homs. Lo riferisce la tv siriana. Secondo l’emittente buona parte dei missili sono stati intercettati, ma tuttavia sono rimasti comunque i tre feriti. In un altro attacco, quello al centro di ricerca, riferisce sempre l’emittente, i missili hanno distrutto un edificio, ma non ci sono state perdite umane. Nell’edificio, secondo Damasco, c’erano un centro di studi e laboratori.
Il fronte italiano. “L’Italia non ha partecipato” all’attacco in Siria e “il supporto logistico che forniamo agli Stati Uniti, in questo caso particolare abbiamo insistito e chiarito che non poteva in alcun modo tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria”. A parlare è il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in una dichiarazione sulla Siria da Palazzo Chigi.-“Quella di stanotte èstata un’azione circoscritta, mirata a colpire le capacità di fabbricazione o diffusione delle armi chimiche, non può e non deve essere l’inizio di una escalation, l’Italia lo ha ribadito nei giorni scorsi e continuerà a farlo”, ha concluso Gentiloni.
Cento missili in poche ore. Secondo il generale Joseph Dunford, capo di Stato Maggiore degli eserciti riuniti americani, sono stati lanciati oltre 100 missili presi di mira tre siti siriani: – Un centro di ricerca scientifica a Damasco. – Un impianto di stoccaggio di armi chimiche, che si trova ad ovest di Homs. – Un impianto di stoccaggio attrezzature armi chimiche e posto di comando nei pressi di Homs. Secondo l’agenzia Reuters, che cita come fonte un miliziano pro-Assad, sarebbero stati colpiti anche altri siti: – Una base militare nell’area di Dimas, vicino al confine libanese (in un zona in cui Israele aveva colpito un aeroporto nel 2014).

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In base a quanto riferito dalla Cnn i missili sono partiti da una nave da guerra della marina statunitense che opera nel Mar Rosso; utilizzati i bombardieri B-1 americani. Per quanto riguarda invece il fronte britannico sono entrati in azione quattro Tornado Gr4 della Royal Air Force, che hanno lanciato missili Storm Shadow contro l’ex base missilistica, a una ventina di chilometri ad ovest di Homs, dove Londra ritiene che il regime di Assad accumuli la strumentazione usata per fabbricare armi chimiche. Gli aerei sono partiti dalla base Raf di Akotiri, a Cipro, ed erano armati ciascuno con un missile Storm Shadow. E infine la Francia ha lanciato i propri missili da aerei da combattimento Rafale partiti da basi in territorio francese. 

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