Vogliamo le decapitazioni: gli islamisti indonesiani per una pena di morte più crudele

Nella provincia ultraconsevatrice di Aceh si pensa ad una applicazione più rigida della sharia. Già in vigore pene dure contro adultere e gay

Un uomo gay viene fustigato in pubblico in Indonesia
Un uomo gay viene fustigato in pubblico in Indonesia
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globalist Modifica articolo

14 Marzo 2018 - 21.30


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Aceh, una regione molto conservatrice dell’Indonesia, sta seriamente considerando la reintroduzione della decapitazione come pena per l’omicidio, riporta il Guardian

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Aceh è la sola provincia a maggioranza mussulmana in Indonesia cui il governo centrale ha dato l’autorizzazione a praticare la sharia, ovvero la legge islamica, per porre fine a una guerra decennale per l’indipendenza. Come conseguenza, la religione islamica è ormai la legge anche per chi mussulmano non è, come dimostrano gli episodi vergognosi di fustigazioni pubbliche per omosessuali, adultere e giocatori d’azzardo.

Syukri M Yusuf, capo della sharia, ha dichiarato che “la decapitazione è la pena più in linea con la legge islamica e causerà un effetto deterrente: lo facciamo per salvare esseri umani”.

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Secondo Yusuf, infatti, la pena per decapitazione servirà da monito e il crimine, di conseguenza, diminuirà notevolmente, fino a scomparire. Ha inoltre indicato l’Arabia Saudita come paese esempio da seguire.

L’Indonesia ha già la pena di morte per i crimini di omicidio e traffico di droga. L’ultima esecuzione risale al luglio del 2016, quando tre uomini nigeriani e un indonesiani sono stati fucilati nella prigione di Nusa Kambangan. 

 

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