La linea è quella nota: lotta a testa bassa contro i curdi della Turchia e, adesso, quelli siriani. E repressione e bavaglio all’interno, perché chiunque protesti è considerato un sostenitore dei terroristi e in quanto tale può finire in galera.
Adesso il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avvertito i curdi in Turchia di non scendere in piazza per protestare contro le operazioni militari in corso nell’enclave curda di Afrin in Siria. Coloro che risponderanno agli appelli dei leader curdi che invitano a manifestare “pagheranno un prezzo alto”, ha ammonito Erdogan. “E’ una lotta nazionale. Schiacceremo chiunque si oppone alla nostra lotta nazionale”, ha scandito.
Il presidente turco è intervenuto a un congresso delle donne del suo partito anella città nord-occidentale di Bursa, il giorno dopo il lancio, da parte di Ankara, di un’offensiva di terra e di aria nell’enclave nord-occidentale siriana di Afrin per cacciare i combattenti curdi sostenuti dagli Usa.
Erdogan sostiene che Afrin è un’area a maggioranza araba e che la Turchia determinata a riportarla sotto la giusta sovranità. Peccato che Afrin sia in Siria e non in Turchia.
Erdogan bombarda i curdi e impone il bavaglio: chi protesta pagherà caro
Il Sultano minaccia i suoi oppositori politici critici con l'offensiva nel Rojava: schiacceremo chiunque si oppone alla nostra lotta nazionale
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21 Gennaio 2018 - 17.58
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