Nelle stesse ore in cui, il primo giorno del 2018, in Canada, Paese che ha bisogno di avere una popolazione che ”regga” il peso di un territorio immenso e con poca densità demografica, nascevano poco più di un migliaio di bambini, in India ne venivano alla luce 69 mila, in Cina 44 mila, in Nigeria 20 mila ed in Pakistan 15 mila. Per un totale che ha di poco superato i 386 mila neonati.
Il dato è stato elaborato dall’Unicef che, però, ammette come molti dei bimbi nati in Paesi ad alta natalità non sopravvivano al loro primo giorno di vita.
- Questa, secondo l’Unicef, la ”classifica” dei nuovi nati del primo gennaio nella quale il solo Paese occidentale sono gli Stati Uniti
India — 69. 070
Cina — 44 760
Nigeria — 20 210
Pakistan — 14 910
Indonesia — 13 370
Stati Uniti – 11 280
Repubblica democratica del Congo— 9 400
Etiopia — 9 020
Bangladesh — 8 370
Secondo l’organizzazione, 80 per cento muore per cause che avrebbero potuto essere evitate o trattate come la nascita prematura, le complicazioni seguite al parto o infezioni come la setticemia e la polmonite.
L’Unicef ha per questo invitato i governi a mettere in atto misure per limitare le morti infantili, in particolare i neonati.
Il prossimo mese, avvierà una campagna globale per chiedere e fornire soluzioni sanitarie di qualità e convenienti per ogni madre e neonato. Queste soluzioni comprendono la fornitura continua di acqua ed elettricità alle strutture sanitarie, assistenza qualificata alla nascita, disinfezione del cordone ombelicale, allattamento al seno entro la prima ora di nascita e il ”pelle a pelle” tra madre e bambino.