Mata Hari jihadista ricatta un parlamentare tunisino che si era invaghito di lei
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Mata Hari jihadista ricatta un parlamentare tunisino che si era invaghito di lei

Il politico sapeva che la sua amante era moglie di un terrorista. E lei ha registrato i loro incontri intimi e lo ha ricattato

Donna in niqab
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24 Novembre 2017 - 09.46


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Una Mata Hari in niqab al servizio della jihad: è la storia di una giovane tunisina, sposa di un terrorista islamico, implicato nei sanguinosi attentati che hanno colpito la Tunisia, che ha fatto innamorare un parlamentare per ricattarlo grazie alle registrazioni dei loro ”incontri”. Una vicenda che rischia di bruciare la carriera politica del parlamentare che, secondo quello che scrive oggi il quotidiano arabofono el Chourouk, era perfettamente a conoscenza del fatto che la sua amante era sposata e, soprattutto, con un terrorista di spessore. Ma, nonostante questo, ha continuano a frequentarla esponendosi ad un salasso economico.
La donna, la cui posizione – dopo l’arresto per appartenenza ad associazione terroristica – è ora al vaglio della magistratura, alla polizia ha confessato che, in quanto moglie di uno dei capi della jihad tunisina, ha avuto la possibilità di partecipare alle riunioni in cui, sul monte Ouergha, furono messi a punto gli ultii dettagli degli attacchi terroristici al museo del Bardo e sulla spiaggia di Sousse.
E’ stato durante l’interrogatorio mirato a capire quale fosse la natura dei suoi contatti con il gruppo terroristico che è venuta fuori la storia della liason con il parlamentare e come lei l’avesse capitalizzata.
El Chourouk , pur non rivelando l’identità del parlamentare, scrive che egli appartiene ad un partito di maggioranza, non svelando comunque quale.
E quando, con il ricatto, le cose per il deputato sono cominciate ad andare male, sono proseguite peggio perché al ricatto si è unita anche la madre della terrorista-amante, che ha chiesto al parlamentare di aiutarla ad ottenere un alloggio sociale. Una richiesta non da poco che ha costretto il parlamentare a chiedere l’aiuto di un ministro, suo collega di partito, che ha dato la sua disponibilità. Che è stata però ritirata quando ha capito con chi avesse a che fare e, soprattutto, dei collegamenti delle due donne con la jihad.

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