L’operazione che i curdi temevano è scattata: le forze militari dell’Iraq sono avanzate nella ricca regione petrolifera di Kirkuk e hanno preso il controllo di vaste aree senza incontrare resistenza dei combattenti peshmerga. La notizia è stata data dalla tv di stato di Baghdad, con un annuncio nel quale si afferma che il blitz è finalizzato a “imporre la sicurezza nella zona con la cooperazione della popolazione e dei peshmerga”.
Si tratta in realtà di un braccio di ferro sulla proclamazione di indipendenza del Kurdistan dopo il risultato del referendum del 25 settembre. E anche gli Stati Uniti si sono messi in allarme tanto da ammonire entrambe le parti dall’evitare “azioni destabilizzanti che mettano a rischio la stabilità dell’Iraq e distraggano dalla battaglia contro l’Isis”. In particolare in questa fase in cui si sta sferrando l’attacco decisivo a Raqqa.
La portavoce del Pentagono Laura Seal ha affermato la volontà di “continuare a supportare un Iraq unificato” e ha ricordato che “nonostante l’infelice decisione del governo regionale del Kurdistan di procedere con un referendum unilaterale, il dialogo rimane la migliore opzione per scongiurare tensioni”.
Peshmerga,attacco è dichiarazione guerra L’attacco a Kirkuk, “condotto da forze irachene e milizie addestrate dall’Iran equivale a una dichiarazione di guerra contro il Kurdistan”: lo afferma il comando generale delle forze Peshmerga in una nota. “Siamo rattristati dal fatto che alcuni ufficiali dell’Unione patriottica del Kurdistan (Puk) – la formazione che faceva riferimento a Jalal Talabani, ndr – abbiano collaborato in questo complotto e tradito il Kurdistan abbandonando i check-point”.