Gli indipendentisti catalani, al di là del giudizio che si può dare sulla fondatezza dell’ideale secessionista, stanno rispondendo con le armi della resistenza passiva all’intervento della Guardia civil e della Polizia nazionale, al grido ”Voteremo”, che è diventato lo slogan della gente che, davanti ai seggi, cerca di potere esprimere la sua volontà.
La determinazione della Guardia civil, nonostante la delicatezza anche politica della situazione, non sta travalicando di molto i limiti della normalità in circostanze del genere.
Gli agenti cercano di spingere lontano dai seggi gli elettori, facendo uso degli scudi di plexiglas, e magari aggiungendoci qualche roteare dei manganelli, di cui ha fatto le spese anche una troupe giornalistica. La gente che nonostante tutto cerca di raggiungere i seggi ha un atteggiamento forte, arrabbiato, ma non ha sino al momento fatto ricorso ad una risposta violenta. Tutti, almeno sino ad ora, si limitano a gridare la loro rabbia, attuando le tradizionali tattiche di resistenza passiva: sdraiandosi a terra davanti agli automezzi degli agenti, creando catene umane, stringendosi per le braccia l’un l’altro.
Spesso, quando gli agenti della Guardia civil o della polizia nazionale sono riusciti ad entrare nelle scuole, occupando i seggi, chi si trovava dentro gli edifici scolastici ha reagito pacificamente al canto dei”Els segadors”, ”I mietitori”, inno nazionale della Catalogna, accompagnandosi col battito delle mani.