Raul Castro attacca Trump: è tornato alla guerra fredda, non ci darà lezioni

Il leader cubano parla a l'Avana: con lui alla Casa Bianca i rapporti bilaterali hanno fatto un passo indietro

Raul Castro e papa Francesco
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15 Luglio 2017 - 10.48


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Toni misurati, ma fermi. Non sarà certo il miliardario, che incarna il peggio dell’America reazionaria, a poter decidere il destino di Cuba.
Anzi un’evoluzione democratica del modello cubano, se questi sono i metodi degli Stati Uniti, rischia di essere definitivamente accantonata.
Ma Trump sa costruire solo muri e non ponti: l’inasprimento di Washington verso L’Avana, deciso dal presidente Donald Trump, ha determinato un “regresso” nelle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Cuba, ristabilite nel 2015 dopo mezzo secolo. Lo ha dichiarato il presidente cubano, Raul Castro.
“Gli annunci fatti dall’attuale presidente (…) hanno portato a un regresso nelle relazioni bilaterali”, ha sottolineato Castro nel corso della chiusura di una sessione del parlamento cubano, trasmessa in differita dalla televisione ufficiale.
Il presidente americano ha inasprito i toni nei confronti di Cuba a metà giugno, in Florida, di fronte a una platea di esilitati anti-castristi, cambiando così linea rispetto al riavvicinamento avviato dal suo predecessore Barack Obama a fine 2014, mentre i rapporti tra i due Paesi erano bloccati dalla rivoluzione castrista del 1959.
Secondo Raul Castro, queste nuove misure corrispondono a un inasprimento dell’embargo contro Cuba, in vigore dal 1962, e sono impregnate di “una retorica vecchia e ostile propria della Guerra Fredda”.
Ha inoltre denunciato la “manipolazione” nei confronti di Cuba quando si tratta di diritti umani. “Cuba può essere orgogliosa dei successi ottenuti e non abbiamo lezioni da ricevere, né dagli Stati Uniti né da nessuno”, ha sottolineato Raul Castro durante questa sessione parlamentare a cui la stampa internazionale non ha avuto accesso.
Malgrado le critiche, il presidente ha ribadito la disposizione a portare avanti un “dialogo rispettoso”, la negoziazione dei dossier “bilaterali in corso, sulla base dell’ugugaglianza” e del “riconoscimento della sovranità e dell’indipendenza del nostro Paese”.
Cuba ha già manifestato il suo no alla nuova politica di Donald Trump e anche il suo presidente prosegue in questa direzione, senza però superare i limiti con gli Stati Uniti.

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