Romania, l'orrore degli orfanotrofi del regime: 25 anni dopo la prima storica denuncia

Più di 10 mila vittime che fino a oggi non hanno avuto giustizia.

Un bambino malnutrito nella Romania di oggi
Un bambino malnutrito nella Romania di oggi
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Claudia Sarritzu Modifica articolo

1 Giugno 2017 - 18.08


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In Italia la parola comunista si può dire, si può essere fieri di esserlo, della propria ideologia, perché nel nostro paese il comunismo è stato Gramsci, Berlinguer e tanti altri uomini per bene. Ma in alcuni luoghi del pianeta come nell’ex Unione sovietica questa parola si porta con se un carico di morte, inotolleranza e repressione. Come in questo caso che parliamo di Romania, il comunismo qui è stato orrore. 

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L’Istituto di ricerca per i crimini in Romania ha presentato la prima storica denuncia contro gli orfanotrofi del regime di Nicolae Ceaucescu, accusati di aver maltrattato decine di migliaia di bambini. La denuncia è stata presentata oggi dopo 25 anni dalla caduta della dittatura. “Abbiamo voluto mettere all’ordine del giorno della giustizia un capitolo drammatico della revente storia” che ha causato “più di 10mila vittime” secondo le stime e che non ha avuto “nessun seguito giudiziario” fino ad ora, ha dichiarato il presidente dell’Istituto Radu Preda. La denuncia è la prima di una serie annunciata dall’Istituto e si concentra su tre orfanotrofi nel nord del Paese, Cighid, Pastraveni e Sighetu Marmatiei dove almeno 771 bambini abbandonati hanno perso la vita tra il 1966 e il 1991, per la “mancanza delle condizioni minime di igiene”, i “pavimenti coperti di escrementi” e “la mancanza di un’appropriata alimentazione”. Considerati come “irrecuperabili” da parte del regime comunista romeno, questi bambini venivano privati delle cure mediche e lasciati a vivere “al freddo e all’umidità”, ha affermato il consulente legale dell’Istituto Catalin Constantinescu. Secondo i ricercatori la strategia lanciata da Ceaucescu per la natalità che vietava gli aborti ha causato “un aumento della mortalità maternale e infantile” e un “incremento senza precedenti del numero di neonati con malformazioni o problemi fisici e psichici” per le conseguenze dell’abbandono.

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