Il Brasile si ribella alla corruzione, il governo manda l'esercito in piazza
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Il Brasile si ribella alla corruzione, il governo manda l'esercito in piazza

Le proteste a Brasilia hanno provocato 1 morto e 49 feriti: evacuati i ministeri presi d'assalto

Scontri violenti in Brasile
Scontri violenti in Brasile
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25 Maggio 2017 - 07.20


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Un morto, 49 feriti e molta devastazione. La protesta contro il governo Temer e la corruzione brasiliana non si placa. Tutti i ministeri di Brasilia sono stati evacuati in seguito agli attacchi compiuti da alcuni manifestanti, che stanno protestando contro il governo di Michel Temer.
Dal canto suo il governo, con una decisione criticata sia dalla maggioranza che dalle opposizioni, ha deciso di mobilitare le forze armate.
Subito dopo, però, preoccupato dalle reazioni negative, Il governo brasiliano ha assicurato che il decreto del presidente Michel Temer che autorizza la presenza delle forze armate nelle strade della capitale Brasilia verrà revocato quando l’ordine sarà ristabilito dopo i gravi incidenti di ieri. Scontri che hanno provocato un morto, 49 feriti e 7 arrestati. Il presidente del Brasile, vista l’insufficienza delle risorse di polizia, ha deciso di utilizzare, sulla base dell’articolo 142 della Costituzione federale, i “membri delle forze armate”, come spiegato in un comunicato della Segreteria di comunicazione sociale. Da qui, il dispiegamento di 1.300 soldati e 200 fucilieri navali nelle strade della capitale brasiliana.
Secondo la nota, la presenza dei militari nelle strade mira a “garantire l’integrità fisica delle persone, fornire un’evacuazione sicura di edifici, strade e ministeri e proteggere la proprietà pubblica, come è stato fatto in precedenza in diversi Stati brasiliani”. Una volta ristabilito l’ordine, viene assicurato, il decreto sarà revocato. Come spiegato in una conferenza stampa dal ministro della Difesa Raul Jungmann, Temer ha autorizzato la presenza delle forze armate per le strade fino al 31 maggio, dopo le violente proteste di ieri che chiedevano le dimissioni dello stesso presidente.
Secondo la polizia, alla manifestazione di ieri hanno partecipato tra 35.000 e 40.000 persone che hanno marciato pacificamente verso il Congresso, dove hanno avuto inizio alcuni gravi incidenti che poi si sono diffusi lungo i due chilometri di viale in cui sono concentrati gli edifici dei ministeri. Il ministero dell’Agricoltura è stato attaccato con molotov che hanno causato un incendio poi domato dai vigili del fuoco, che hanno agito subito, nonostante gli scontri continuassero. Sono stati attaccati anche i ministeri delle Finanze, della Cultura, del Turismo e dell’Energia e delle Miniere, e lungo il viale molti manifestanti hanno dato fuoco a cassonetti e altri oggetti.

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