In Libia centri-lager: migranti detenuti, stipati e in condizioni di vita spaventose

L'Alto commissario per i rifugiati onu ha visitato a sorpresa i 40 centri libici di detenzione: condizioni sanitarie pessime. Persone stipate una sopra l'altra

Centri di detenzione Libia
Centri di detenzione Libia
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22 Maggio 2017 - 10.30


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È stata una visita a sorpresa drammatica quella di Filippo Grandi, alto  commissario Onu per i Rifugiati (Unhcr) in Libia perché con occhi suoi ha potuto appurare l condizioni di vita dei migranti nei centri di detenzione libici, definite da lui in persone “spaventose”.

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Sono migliaia i migranti detenuti in una quarantina di centri presenti in Libia. “Prima di tutto spero che i richiedenti asilo e i profughi possano lasciare i centri di detenzione”, ha detto Grandi ai giornalisti dopo averne visitato uno nella capitale libica. Il Commissario Onu ha tenuto a precisare di comprendere le preoccupazioni delle autorità libiche per quanto riguarda la sicurezza, ma ha rimarcato che devono essere trovate “altre soluzioni” per i migranti che arrivano da Paesi in conflitto, come siriani e somali.

Parlando poi alla France presse, Grandi si è detto “scioccato”, riferendo di condizioni di vita “spaventose da un punto di vista sanitario”, con “le persone che dormono le une sopra le altre”. A fronte di tale situazione “dobbiamo aiutare la Libia il più possibile”, anche a livello di comunità locali e di municipalità”, ha sottolineato, ed “è arrivato il momento” per le agenzie delle Nazioni Unite “di rafforzare la loro presenza e le attività” in Libia.

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Circa 300.000 mila libici sono sfollati a causa del conflitto. In tutto, oltre 1.3 milioni di persone, inclusi sfollati interni, persone vulnerabili, migranti, rifugiati e richiedenti asilo necessitano urgentemente di assistenza umanitaria.

Centinaia di migliaia di persone in Libia hanno risentito del collasso dell’ordine pubblico, dell’assenza o insufficienza del sistema sanitario, di medicine essenziali, cibo, acqua potabile, riparo ed istruzione. In risposta a questa situazione l’Unhcr sta aumentando la sua operazione umanitaria nel paese e la collaborazione con l’Oim per fare leva sulla rispettiva forza delle organizzazioni.

“Non dobbiamo sottovalutare le difficoltà di operare in un clima instabile e volatile come la Libia oggi” ha aggiunto Grandi. “Avere accesso e efficacemente portare protezione e assistenza pongono una sfida continua. Le persone che stiamo cercando di assistere ed il nostro stesso staff vivono e lavorano sotto costante tensione e pericolo”.

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Grandi, dopo la visita fatta ieri a Tripoli, durante la quale ha incontrato diversi esponenti del governo guidato da Fayez al Sarraj e ha annunciato che “è arrivato il momento” per le agenzie delle Nazioni Unite “di rafforzare la loro presenza e le attività” in Libia.

In una nota, l’agenzia dell’Onu ha fatto sapere che “in aggiunta ai nuovi uffici e centri comunitari per rifugiati e richiedenti asilo, Unhcr in stretta collaborazione con l`Oim e altri partner aumenterà la propria presenza nei luoghi di sbarco di persone intercettate o salvate in mare. Allo stesso tempo aumenterà l`assistenza umanitaria a rifugiati e richiedenti asilo nei centri di detenzione gestiti dalle autorità libiche, concentrandosi sull`assistenza salva vita e sostenendo la liberazione di rifugiati e richiedenti asilo”.

Nel comunicato si precisa inoltre che “nel corso dell`ultimo anno e mezzo Unhcr è riuscito ad ottenere il rilascio di oltre 800 rifugiati e richiedenti asilo e sta lavorando per trovar loro delle soluzioni durevoli”.

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