Nell’inferno siriano, devastata da una gerra civile che la vede frammentata in molti schieramenti diversi e contrapposti anche tra di loro c’è un altro soggetto che contribuiste ad alimentare il caso: Israele. Che – affermando di sentirsi minacciata – non raramente ha fatto ricorso all’azione militare contro il vicino Assad.
Adesso una “ferma condanna per le ripetute aggressioni di Israele contro la Siria” e la richiesta di un intervento dell’Onu sono state avanzate dall’Iran – attraverso il portavoce del ministero degli Esteri, Bahram Qasemi – a seguito del raid israeliano di due giorni fa all’aeroporto di Damasco.
“Le ripetute aggressioni di Israele contro la Siria – ha detto Qasemi – violano la sovranità nazionale e l’integrità territoriale di un Paese indipendente, violano le normative internazionali e aiutano a rafforzare i terroristi, giunti sul campo di battaglia all’orlo del declino, minando la pace e la sicurezza globali”.
Qasemi ha quindi invitato “gli ambienti internazionali, in particolare l’Onu, a non rimanere in silenzio contro tali aggressioni che minacciano la stabilità e la sicurezza regionale e internazionale” e a “fare del loro meglio per impedire che si ripetano”.
Incontro Russia, Iran e governo siriano sul cessate il fuoco
L’estensione del cessate il fuoco in Siria e’ stata oggetto in un incontro trilaterale tra Russia, Iran e Siria che hanno concordato l’inserimento dell’argomento in agenda. Lo ha riferito all’Irna il ministro iraniano della Difesa, generale Hossein Dehqan. Il ministro ha anche riferito che i tre Paesi hanno “esaminato le ragioni che stanno dietro l’attacco missilistico Usa alla base aerea siriana, sotto il pretesto ‘costruito’ dell’uso di armi chimiche da parte del governo siriano”.
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