Stupro di una ragazzina trasmesso su Facebook Live: arrestato un 14enne

La vittima dopo la violenza avrebbe ricevuto anche minacce online per indurla a tacere

Lo stupro della ragazzina trasmesso su Facebook Live
Lo stupro della ragazzina trasmesso su Facebook Live
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2 Aprile 2017 - 18.52


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 Purtroppo non è il primo caso di stupri o delitti mandati in onda attraverso i social network: così una ragazzina è stata stuprata dal branco in diretta, su Facebook Live.
E’ quanto accaduto a una quindicenne di Chicago, senza che nessuna delle persone che hanno assistito alla scena sul social media – almeno 40 – abbia fatto nulla per avvertire la polizia chiamando il 911, il numero delle emergenze.
Gli agenti, intanto, hanno arrestato un ragazzino di 14 anni, sospettato di essere uno degli autori della violenza insieme ad altri coetanei. Rischia di essere condannato per violenza carnale aggravata e per aver prodotto e diffuso materiale pedopornografico.
E riesplode puntuale la polemica sul ruolo dei social network e su quali misure debbano eventualmente adottare per evitare che la rete diventi un palcoscenico per mostrare bravate e violenze, innescando anche – spiegano alcuni esperti – lo spirito di emulazione.
La polizia di Chicago ritiene che ad essere coinvolti nella violenza della quindicenne siano almeno 5-6 persone, probabilmente tutti teenager. Altri arresti sono attesi nelle prossime ore.
La ragazza era sparita il 19 marzo dopo essere uscita e aver visitato un negozio non lontano da casa, nel sobborgo di Lawndale. E’ stata ritrovata dopo 24 ore e ricoverata in ospedale dove sono stati riscontrati i segni della violenza. E’ stata la madre a scoprire e consegnare alle autorità il video postato su Facebook Live. La vittima dopo la violenza avrebbe ricevuto anche minacce online per indurla a tacere. Ma le indagini sembrano essere arrivate a un punto conclusivo, nonostante le difficoltà di individuare nel video gli autori dell’aggressione. E’ la seconda volta in meno di un mese che la polizia di Chicago indaga su casi di aggressioni sessuali trasmesse in diretta su Facebook.
A gennaio un gruppo di afroamericani è stato accusato di crimine d’odio dopo aver postato la loro aggressione su una 18enne disabile bianca mentre urlavano oscenità prendendo di mira il presidente Donald Trump e i bianchi.
Nel dicembre scorso invece una teenager in Georgia si è impiccata filmando il suo suicidio su una app chiamata Live.me, dopo aver raccontato le violenze sessuali subite da parte di un familiare. Il video è stato poi anche postato su Facebook e YouTube.

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