La Russia fa paura e la Svezia corre ai ripari: il pacifico e da sempre neutrale paese del Nord Europa ha deciso di reintrodurre il servizio militare obbligatorio, che era stato abolito sette anni fa. Il governo a guida socialdemocratica del premier Stefan Loefvén, ha deciso che tutti i cittadini nati dal 1999 in poi saranno chiamati a prestare servizio nelle forze armate svedesi.
Questa decisione è stata presa proprio perché la Russia di Putin, oggi, fa più paura: continue violazioni delle acque territoriali da parte di sottomarini-spia della Voyenno-Morskoj Flot, frequenti sconfinamenti di caccia e persino di bombardieri atomici della Voyenno-Vozhdushnye Silij Rossii, persino con grandi aerei strategici vettori di armi nucleari che a transponder spento si mettono a volare sulla rotta d’atterraggio di Arlanda (il più grande dei 4 aeroporti della capitale svedese) con rischi di collisioni e stragi nei cieli. Ma non solo: propaganda ostile, fake news, spionaggio, cyberwar.
Stoccolma reagisce quindi con forza: non solo leva obbligatoria per tutti i maggiorenni, ma anche aumento delle spese militari, così come chiesto urgentemente dallo stato maggiore interforze delle forze armate reali. Le spese saranno aumentate del 15%: inoltre si sta lavorando attivamente per creare comandi interforze con la vicina Finlandia, il secondo dei cinque Paesi nordici non membro dell’Alleanza atlantica.
Un’assoluta novità per la Svezia: dal 2010, il servizio militare obbligatorio era stato abolito, ma in un’era in cui si potrebbe assistere a un nuovo braccio di ferro tra occidente e Russia, a Stoccolma hanno pensato di bene di farsi trovare preparati. Il governo calcola di chiamare alle armi ogni anno almeno tredicimila giovani e ragazze, e selezionarne almeno quattromila per il servizio attivo. Mancano inoltre, dice il ministro della Difesa Hultqvist, migliaia di riservisti, molti in un Paese la cui popolazione è sui 10 milioni di abitanti.
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