Una bara per un omicidio di Stato
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Una bara per un omicidio di Stato

Nelle Filippine si continua a morire dopo la licenza d'uccidere data da Duterte alla polizia. Amnesty: falsa battaglia contro la droga.

Foto Romeo Ranoco, Reuters/Contrasto
Foto Romeo Ranoco, Reuters/Contrasto
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1 Febbraio 2017 - 22.14


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Si continua a morire nelle Filippine. “Se sei povero vieni ucciso: esecuzioni extragiudiziali nella ‘guerra alla droga’ della polizia” così recita il rapporto di Amnesty International pubblicato ieri. Questo è funerale di un ragazzo di 21 anni ucciso dalla polizia durante un’operazione antidroga a Manila. 

Il 30 gennaio il presidente Rodrigo Duterte ha sospeso la sua guerra alla droga per il tempo necessario a eliminare la corruzione dai ranghi della polizia. La decisione arriva in seguito alle rivelazioni sulla morte di un uomo d’affari sudcoreano rapito e ucciso ad ottobre del 2016 che coinvolgerebbero le famigerate unità speciali anti-droga della polizia filippina. Negli ultimi sette mesi sono state uccise più di settemila persone in esecuzioni extragiudiziali. 

La falsa guerra alla droga. Il rapporto Amnesty International spiega in dettaglio come la polizia prenda sistematicamente di mira persone povere e indifese in ogni parte del paese, falsificando le prove, pagando sicari, derubando le persone uccise e producendo rapporti falsi su scontri a fuoco non verificatisi. “Questa non è una guerra alla droga, è una guerra ai poveri. Spesso sulla base della più labile prova, persone accusate di consumare o vendere droga sono uccise per soldi in quella che è diventata un’economia degli omicidi”, ha detto Tirana Hassan, direttrice del programma Risposta alle crisi di Amnesty International.
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I sicari nel libro paga della polizia. “Con il presidente Rodrigo Duterte al potere, la polizia nazionale sta violando le leggi che dovrebbe far rispettare e trae vantaggio dalle uccisioni di persone povere, che il governo dovrebbe tutelare. Le stesse strade che Duterte aveva promesso di ripulire dal crimine, ora sono piene di cadaveri di persone uccise dalla sua polizia”, ha commentato Hassan. Istigati dalla retorica del presidente Duterte, agenti di polizia, sicari sul libro paga e altre persone non identificate uccidono oltre un migliaio di persone ogni mese, nell’ambito di quella che è stata chiamata una campagna nazionale contro la droga. Dalla salita al potere di Duterte, sette mesi fa, ci sono stati almeno 7000 omicidi per presunti motivi di droga, 2500 dei quali direttamente ad opera della polizia.

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