Chi produce i nostri vestiti di lusso? I bambini schiavi del Bangladesh

Li fanno lavorare fino a 65 ore la settimana per pochi soldi: rapporto del Overseas Development Institute

Un bambino in una fabbrica nel Bangladesh
Un bambino in una fabbrica nel Bangladesh
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7 Dicembre 2016 - 12.40


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Una storia che dovrebbe sconvolgere e che invece rappresenta la “normalità” in un mondo dominato dal profitto: il 15% dei bambini fra i sei ed i 14 anni che vivono nelle baraccopoli di Dacca, la capitale del Bangladesh, non vanno a scuola e svolgono attività lavorative che a volte li coinvolgono fino a 64 ore settimanali per pochissimo soldi.
Lo ha denunciato un rapporto presentato  nella capitale bengalese dal ‘Think Thank’ britannico Overseas Development Institute.
Realizzato verificando la situazione di un campione di 2.700 famiglie che vivono negli slum di Dacca, lo studio sostiene che la maggior parte delle migliaia di bambini sottratti agli studi lavorano in fabbriche di abbigliamento che producono per conto di grandi marche mondiali del settore.
In questo settore sono di sesso femminile i due terzi dei bambini coinvolti che fra l’altro, secondo le leggi bengalesi, non dovrebbero lavorare per più di 42 ore settimanali.
Un altro elemento significativo che emerge dal rapporto è che all’età di 14 anni, praticamente lavora la metà dei bambini che vive nelle baraccopoli della capitale.
Il settore dell’abbigliamento del Bangladesh, secondo al mondo solo a quello della Cina, occupa oltre quattro milioni di persone, soprattutto donne, ed è la principale risorsa (circa 20 miliardi di dollari annui) per il governo del Bangladesh.

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