In queste ore la Turchia caposaldo della Nato a oriente accusa gli Stati Uniti di aver appoggiato il tentativo di golpe e Erdogan usa la scimitarra per silenziare l’opposizione.
Ma proprio in questi giorni due “nemici” si stanno per riappacificare e nemmeno gli ultimi drammatici eventi e la repressione interna sembrano aver fermato la distensione.
Così in queste ora c’è stato un colloquio telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader turco Recep Tayyip Erdogan nella quale i due hanno concordato di incontrarsi di persona “presto”. Lo hanno riferito le agenzie russe Interfax e Tass.
Nello stesso tempo da Tel Aviv arriva un chiaro messaggio: “Israele e Turchia hanno concordato un processo di riconciliazione e noi supponiamo che esso proseguirà indipendentemente dagli ultimi eventi in quel Paese”: lo ha affermato il premier israeliano Benyamin Netanyahu, nella seduta del consiglio dei ministri.
Nel frattempo il quotidiano economico Calcalist sostiene che fra i responsabili all’economia in Israele si avverte ”sollievo” per il fallimento del colpo di Stato. La spiegazione è che Israele spera di concludere un accordo con la Turchia per la vendita di ingenti quantita’ di gas naturale dal giacimento Leviathan nel Mediterraneo. Un avvicendamento al vertice in Turchia in questa fase, scrive il giornale, avrebbe probabilmente provocato il rinvio di un accordo che Netanyahu considera molto importante per l’economia di Israele.
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