Il ballottaggio delle presidenziali in Austria va rifatto. Le elezioni presidenziali in Austria dello scorso 22 maggio sono state invalidate a causa di irregolarità. Lo ha deciso la Corte costituzionale austriaca.
Era stato il partito di estrema destra austriaco Fpo a presentare ricorso per contestare i risultati delle urne, dove era risultato per un soffio vittorioso il verde Alexander Van Der Bellen, che aveva prevalso su Norbert Hofer della Fpo (foto in basso).
“Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità. La nostra sentenza deve rafforzare il nostro Stato di diritto e la nostra democrazia”, ha detto a Vienna il presidente della Corte costituzionale Gehrart Holzinger prima di pronunciare la sentenza con cui è stato accolto il ricorso presentato dall’Fpoe lo scorso 22 maggio. È la prima volta che viene annullato un ballottaggio in Austria.
La Fpö aveva deciso di contestare il risultato delle recenti elezioni presidenziali, che hanno visto la sconfitta del candidato della destra populista, Norbert Hofer, per circa 31.000 voti.
Il partito aveva denuncia in particolare l’irregolarità nel conteggio delle schede per corrispondenza, che si sono rivelate decisive per l’esito del ballottaggio del 23 maggio.
Lo spoglio è stato “un disastro”, aveva affermato in conferenza stampa il leader della Fpö, Heinz-Christian Strache, secondo il quale le dimensioni delle anomalie sono “più che spaventose e più che rilevanti”. In 94 dei 117 collegi elettorali sono state registrate irregolarità, in 82 le schede sono state preselezionate prima ancora dell’arrivo della commissione elettorale, in 11 sono state aperte prima dell’inizio ufficiale dello spoglio, ha spiegato. In totale, stando a Strache, gli illeciti riguardano 573.275 schede rispedite per posta. Senza queste violazioni “Norbert Hofer sarebbe potuto diventare presidente”, notava il leader della Fpö.
Al ballottaggio Hofer era stato battuto per 31.026 voti dallo sfidante indipendente (ma sostenuto dai Verdi) Alexander Van der Bellen. A decidere l’elezione era stato il voto per corrispondenza: le 740.000 schede rispedite per posta avevano ribaltato l’esito del primo turno e consegnato la vittoria a Van der Bellen col 50,3% dei voti complessivi contro il 49,7% di Hofer.