Afghanistan, Medici Senza Frontiere: Su Kunduz siamo disgustati

Il presidente De Filippi sulle affermazioni del governo afghano che ha voluto liquidare l'attacco all'ospedale di Kunduz come effetto collaterale

Afghanistan, Medici Senza Frontiere: Su Kunduz siamo disgustati
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5 Ottobre 2015 - 09.51


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Non fa troppi giri di parole il presidente di Medici senza Frontiere:
“Noi siamo veramente disgustati soprattutto dalle ultime affermazioni del governo afghano, che vorrebbe liquidare l’accaduto come danno collaterale e addirittura insinua che si coprissero dei terroristi all’interno dell’ospedale di Kunduz. In 44 anni di storia di Medici senza frontiere non ci siamo mai trovati in una situazione simile”. Lo ha detto a Voci del Mattino, Radio1 Rai, Loris De Filippi, a proposito del bombardamento americano che ha causato la morte di 12 persone dello staff di Msf e di 10 pazienti.

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“Pretendiamo che ci sia una inchiesta internazionale indipendente, oltre a quelle annunciate dagli americani e dalle autorita’ afghane. Certo, in quel contesto non e’ facile condurre un’inchiesta, però ci sono dei precedenti. Anche di recente, in Ucraina, ci sono state situazioni che hanno richiesto l’intervento dall’esterno di personale specializzato in questo tipo di indagini. Ricordo – ha proseguito l’esponente di Msf – che al momento del bombardamento, all’interno dell’ospedale c’erano oltre 180 persone. L’ospedale era al massimo della capienza. Quella, fra l’altro, era l’unica struttura sanitaria operativa nella zona, l’unica disponibile in una citta’ di 300mila abitanti che vive una situazione di guerra. Provate a immaginare una città delle dimensioni di Bologna senza neppure un ospedale. In questo momento siamo costretti a sospendere le attività di Msf in Afghanistan, perché ci sentiamo in una condizione di insicurezza inaccettabile. Kunduz era il nostro fiore all’occhiello dal punto di vista operativo. Era un trauma center, struttura fondamentale in una zona di guerra. A Bruxelles – ha concluso Loris De Filippi – ci stiamo confrontando su come andare avanti con l’attività in Afghanistan e che cosa fare in futuro. Sicuramente in questo momento non ci sono le condizioni per riprendere il nostro lavoro a Kunduz, anche perche’ l’ospedale e’ gravemente danneggiato”.

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