Grecia dimenticata, al voto senza speranza

Domenica elezioni anticipate: Siryza e Nuova democrazia sono quasi appaiate nei sondaggi ma comunque andrà si prevede la nascita di una coalizione debole e litigiosa.<br>

Grecia dimenticata, al voto senza speranza
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17 Settembre 2015 - 20.39


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Domenica quasi dieci milioni di greci sono nuovamente chiamati alle urne dopo la concitata esperienza del governo di “Siryza” ed i sei mesi più contrastati che i rapporti fra Atene e Bruxelles abbiano mai sperimentato. Dopo le elezioni del 25 gennaio scorso che avevano assegnato la vittoria ad Alexis Tsipras si rinnovano i 300 seggi del Parlamento ed i partiti in lizza sono diciannove, con una soglia di sbarramento del 3 per cento per assicurarsi un posto nell’assemblea.

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Le consultazioni anticipare nascono dallo sfaldamento di “Siryza”, che si è divisa dopo l’accordo con la “trojka” per un terzo salvataggio da 85 miliardi di euro, in cambio di ulteriori riforme. Il premier, nel bel mezzo di una spaventosa crisi di liquidità e con gli sportelli bancari chiusi, si è visto costretto a votare i provvedimenti concordati con Ue, Bce e Fmi contro il parere della componente di sinistra del suo partito, guidata da Panagiotis Lafazanis. Le leggi sono state votate grazie ai partiti di opposizione e dunque Tsipras si è dimesso, mentre la sinistra di Lafazanis ha fondato un nuovo partito, che si chiama “Unità popolare” e dai sondaggi è stimato a circa il 3%. 

In testa ai sondaggi sono invece “Syriza”, sempre presieduto da uscente Tsipras, e i conservatori di “Nuova Democrazia” con a capo Evangelos Meimarakis.Il sistema elettorale è proporzionale ma il premio di maggioranza molto generoso dunque è molto importante conquistare il primo posto e la indagini di opinione danno le due formazioni quasi equivalenti,

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Sui 300 seggi da assegnare, ben 50 vanno al partito che vince. e negli ultimissimi sondaggi “Nuova Democrazia” sembrerebbe avere Tsipras. Un’indagine di ieri dava ai conservatori il 27,5% ed a “Syriza” il 27, ma indecisi sono ancora tantissimo, ovvero circa il 10-15% degli aventi dirittoal voto. Il leader di “Syriza” aveva vinto le elezioni di gennaio con un programma elettorale imperniato sulla fine dell’austerità, ma poi si è dovuto in gran parte rimangiare le sue promesse. Dopo sei mesi di estenuanti trattative con l’Unione europea la situazione economica è nuovamente precipitata ed il premier si è dovuto piegare ad un nuovo duro programma di aggiustamenti. Tuttavia, ha ottenuto un impegno per un intervento sul gigantesco debito che nei prossimi mesi potrebbe essere alleggerito attraverso allungamenti delle scadenze ed altri possibili interventi ancora allo studio.

a giudizio degli elettori più a sinistra, Tsipras dunque ha tradito le sue promesse e molti analisti prevedono che i “delusi” saranno decisivi nel voto di domenica.

Nello stesso tempo però sembra chiaro che nessun partito potrà raggiungere i voti necessari per ottenere la maggioranza assoluta: servirebbe circa il 36% dei consensi, e nessuno appare in grado di ottenerli. per conquistarli. Chiunque vinca dovrà dunque cercare alleati per formare velocemente un governo, anche perchè i creditori premono perché il programma di riforme vada avanti, prima di concedere altri crediti e aprire una discussione sul debito.

“Syriza” puntando tutto sul suo leader: Tsipras continua ad essere il preferito per il 36% dei greci, contro il 34% di Meimarakis, ma appena pochi mesi fa il premier uscente godeva del 70% di popolarità.  Meimarakis ha già teso la mano ma Tsipras non vuole coalizzarsi con il centro-destra che assieme ai socialsti del “Pasok”rappresenta la vecchia nomenclatura. Con i socialisti, però, Tsipras potrebbe invece essere costretto a scendere a patti ma nel prossimo futuro della Grecia si va disegnando ancora una coalizione debole e poco coesa.

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Fonti: Agenzie

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