Via la statua di Tito da Zagabria

Suscitando un coro di polemiche ma incassando anche qualche reazione positiva il nuovo capo di Stato croato ha fatto rimuovere dal palazzo il celebre busto del dittatore jugoslavo

Via la statua di Tito da Zagabria
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23 Marzo 2015 - 16.26


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Detto, fatto: annunciato più volte dal nuovo capo di Stato croato Kolinda Grabar Kitarovic durante la sua agguerrita campagna elettorale, lo “sfratto” del busto di Josip Broz Tito (capo indiscusso della Jugoslavia comunista dalla fine della seconda guerra mondiale fino alla sua morte) dal palazzo presidenziale di Zagabria è avvenuto davvero. Mercoledì, infatti, la donna assurta a simbolo della riscossa nazionalista in Croazia e salita clamorosamente sullo scranno più alto del Paese sconfiggendo sul filo del rasoio il presidente uscente Ivo Josipovic, ha disposto la rimozione della scultura – realizzata dall’artista Antonio Augustinčić – e di altre centinaia di oggetti e opere d’arte appartenute al Maresciallo.

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Il motivo, del resto, è semplice: la Kitarovic ha sempre considerato il leader comunista un “dittatore” che nei suoi 35 anni di potere ha tenuto insieme col pugno di ferro la Jugoslavia, dando l’illusione di aver creato un modello socialista democratico e collezionando contestualmente una lunghissima sfilza di crimini commessi contro nemici ,oppositori e civili innocenti. Inoltre una decisione del genere non era mai stata presa fino ad oggi, dato che tutti i presidenti croati – incluso il padre fondatore del partito della Kitarovic (Hdz) e primo capo di Stato della Croazia indipendente, Franjo Tudman – avevano convissuto con il bust e col resto. E soprattututto lo splendido palazzo presidenziale era stato costruito negli anni ’60 appositamente per il leader jugoslavo, definito una volta dal noto giornalista Vladimir Jokanović “il fabbro più famoso di tutti i tempi”.

La mossa del capo di Stato, come era facilmente prevedibile, ha sollevato un coro di reazioni contrastanti, suscitando molte polemiche ma incassando anche pareri positivi, del resto una parte della popolazione croata continua a ritenere il Maresciallo uno dei personaggi più autorevoli e importanti della storia del Paese. A criticare la scelta del presidente è stato anche il primo ministro Zoran Milanovic, che ha definito il leader comunista “la risorsa migliore per la Croazia in quel determinato periodo storico”. “Non possiamo fare paragoni con le epoche passate – ha spiegato Milanovic -, benché io non abbia busti nel mio ufficio. Non sono un idolatra, ma rispetto il passato del mio Paese”.

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(Fonte: Tanjug, Hina)

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