Isis in Libia, Gentiloni: pronti a combattere

Il ministro degli Esteri ha parlato dell'invasione dello Stato Islamico: una minaccia terroristica vicina, siamo pronti a combattere.

Isis in Libia, Gentiloni: pronti a combattere
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13 Febbraio 2015 - 21.48


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«Quello che sta succedendo in Libia è una minaccia per l’Italia. Non possiamo accettare l’idea che a poche miglia di navigazione ci sia una minaccia terroristica». Sono le dichiarazioni rilasciate a Sky Tg24 dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che ha sottolineato quando la «la situazione sia grave». «Sosteniamo la mediazione Onu, ma siamo pronti a rispondere a tale minaccia».

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«Fino’ora la minaccia terroristica era abbastanza circoscritta alla città costiera di Derna e in alcune zone del sud, ma ora dopo la conquista di Sirte da parte dell’Isis, la situazione si sta deteriorando» ha affermato Gentiloni che poi ha avvertito: «Non possiamo accettare che a poche ore di navigazione dall’Italia ci sia una minaccia terroristica attiva» Quanto al problema dell’emigrazione, ha aggiunto il ministro, «c’è una grandissima parte dei migranti provenienti dalla Libia che non sono libici, ma che attraversano il paese perché è uno stato fallito e non c’è nessuna forma di sorveglianza e sono sfruttati da organizzazioni criminali che gestiscono un decimo del prodotto interno libico, in una situazione terribile di sfruttamento e traffico di esseri umani».

Gentiloni parla dei tentativi diplomatici di risolvere la situazione, ma non nega la possibilità di un conflitto: «L’Italia al momento sta sostenendo le Nazioni Unite che stanno cercando di trovare una mediazione tra le diverse forze in Libia, ma se non si riuscirà bisognerà fare qualcosa di più. E l’Italia è pronta a combattere in un quadro di legalità internazionale».

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