La sfida di Tsipras: non rispetteremo gli accordi

Il leader della sinistra: 'Rispetteremo gli obblighi della partecipazione alle istituzioni europee. Ma l'austerità non fa parte dei trattati di fondazione dell'Ue'.

Alexis Tsipras
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24 Gennaio 2015 - 10.03


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Nonostante la campagna elettorale in Grecia sia chiusa, la tensione con tra il paese e l’Ue rimane alle stelle. L’ultimo, in ordine di tempo, a scagliarsi contro la Grecia è stato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, custode dell’austerità europea, che ha raffredato gli entusiasmi suscitati nel paese ellenico dopo l’annuncio di Mario Mario Draghi sull’acquisto dei titoli greci. Parlando da World Ecomic Forum di Davos, l’esponente del governo Merkel ha sottolineato: “Se ho capito bene se la Grecia rifiuta il programma non farà parte del Quantitative easing” ha dichiarato. Alexis Tsipras, vincitore in pectore delle elezioni di domani 25 gennaio 2015, ha subito replicato a Schaeuble, spiegando che se Syriza dovesse vincere “non rispetterà gli accordi firmati dal governo precedente”.

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Il leader della Sinistra ha spiegato che il suo partito rispetterà “gli obblighi che derivano dalla partecipazione della Grecia alle istituzioni europee. Ma l’austerità non fa parte dei trattati di fondazione dell’Ue”. Tisipras, in polemica aperta con la Germania, ha rivelato: “Il mio primo viaggio all’estero da capo del governo non sarà a Berlino, ma sarà a Cipro” e sulla cancelliera ha aggiunto che “Merkel non è più speciale di altri leader Ue”.

Nonostante però i toni tra Grecia e Germania si siano irrigiditi in vista della consultazione popolare, esistono spazi di manovra perché, almeno secondo il presidente di Syriza “l’annuncio della Bce stabilisce il calendario del negoziato (con i creditori) e lo fa arrivare a luglio”, quando si potranno acquistare i titoli anche della Grecia l’acquisto di titoli. Il piano di salvataggio Ue scade il 28 febbraio 2015, ma molti esponenti comunitari da tempo indicano che la Grecia dovrebbe chiedere un rinvio: per Tsipras, che non vuole estendere in ogni caso i termini dell’odiato Memorandum, il rinvio è ora nei fatti.

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