Tsunami: 10 anni dal sisma che uccise più di 230mila persone

Il terremoto è stato il terzo più violento degli ultimi quarant'anni, provocando onde anomale alte fino a quindici metri nelle dieci ore successive al sisma.

Tsunami: 10 anni dal sisma che uccise più di 230mila persone
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26 Dicembre 2014 - 17.30


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Sono passati 10 anni da quel 26 dicembre del 2004, quando si verificò uno dei più catastrofici disastri naturali dell’epoca moderna: il maremoto nell’Oceano Indiano che ha causato centinaia di migliaia di morti. Fra le vittime ci furono anche migliaia di turisti stranieri sorpresi dalla catastrofe nelle localita’ balneari dell’Asia, di cui 54 erano italiani. La stima di 230mila morti e’ sicuramente inferiore al dato reale, perche’ contando le decine di migliaia di dispersi il numero potrebbe essere vicino ai 300.000 morti.

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L’evento ha avuto inizio alle ore 00:58:53 UTC del 26 dicembre quando un violentissimo terremoto – con una magnitudo momento di 9,3 – ha colpito l’Oceano Indiano al largo della costa nord-occidentale di Sumatra (Indonesia). Da lì, il maremoto si propagò in tutte le direzioni, raggiungendo la Thailandia (ottomila tra morti e dispersi) e poi India, Sri Lanka, Maldive e perfino la costa orientale dell’Africa. Il mare in alcuni punti penetrò fino quasi a dieci chilometri nell’entroterra, travolgendo qualunque cosa incontrasse sul suo cammino.

Dall’Indonesia allo Sri Lanka, dalla Thailandia alla Somalia, decine di migliaia di persone hanno partecipato alle commemorazioni nei 14 Paesi colpiti dallo tsunami nell’Oceano Indiano. A Banda Aceh, la città principale della provincia indonesiana piu’ colpita dal terremoto di oltre 9 gradi sulla scala Richter che innesco’ il maremoto, un coro ha aperto la grande commemorazione nel parco principale cantando l’inno nazionale. Migliaia di persone, religiosi musulmani, parenti delle vittime, superstiti e soccorritori, hanno pregato per quanti furono coinvolti nella tragedia.

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Gli tsunami, come vengono chiamate le onde anomale che in quell’occasione arrivarono fino a 14 metri, devastarono parti delle regioni costiere di Indonesia, Sri Lanka, India, Thailandia, Birmania, Bangladesh e Maldive, arrivando fino alle coste di Somalia e Kenya, a oltre 4500 km dall’epicentro del sisma, localizzato a ovest dell’isola di Sumatra. Questo terremoto è risultato il terzo più violento degli ultimi quarant’anni, dopo il sisma che colpì Valdivia in Cile il 22 maggio del 1960, e quello che colpi l’Alaska nel 1964. Ha provocato centinaia di migliaia di vittime, sia direttamente sia attraverso il conseguente maremoto manifestatosi attraverso una serie di onde anomale alte fino a quindici metri che hanno colpito sotto forma di giganteschi tsunami vaste zone costiere dell’area asiatica tra i quindici minuti e le dieci ore successive al sisma.

Nei 10 anni trascorsi dalla catastrofe, sono state migliorate le procedure di sicurezza contro gli tsunami e ricostruiti interi villaggi, anche grazie ai fondi provenienti da una delle più ingenti raccolte fondi della storia di ben 13 miliardi e mezzo di dollari, di cui il 40% arrivati dalle donazioni di cittadini, fondazioni e imprese.

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