Vignetta sull'Isis: quotidiano accusato di blasfemia

Il Jakarta Post è finito sotto inchiesta dopo aver pubblicato un disegno che ritraeva dei jihadisti in azione. La denuncia: critica religiosa e rimprovero allo Stato Islamico

Vignetta sull'Isis: quotidiano accusato di blasfemia
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14 Dicembre 2014 - 12.44


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Il direttore del principale quotidiano indonesiano, il Jakarta Post, è finito tra gli indagati per il reato di «blasfemia» in seguito alla pubblicazione di una vignetta sul gruppo terroristico dell’Isis, dopo la denuncia di alcuni gruppi islamici nel Paese. Meidyatama Suryodiningrat potrebbe essere incarcerato fino a cinque anni se giudicato colpevole. Secondo la polizia, il direttore è «persona sospettata»; potrebbe essere convocato per essere interrogato già la settimana prossima.

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Nella vignetta, pubblicata lo scorso 3 luglio, si vedeva un uomo innalzare una bandiera nera con la frase in arabo «Non c’è altro Dio al di fuori di Allah» sull’immagine di un teschio con delle ossa, e dei guerriglieri armati sullo sfondo. Dopo le proteste di alcuni gruppi islamici indonesiani, il Jakarta Post si era scusato in prima pagina cinque giorni più tardi, spiegando che la vignetta era intesa come una «critica all’uso di simboli religiosi» e «un rimprovero» all’Isis («Stato islamico di Iraq e Siria»).

L’Indonesia è il Paese con la più alta popolazione di musulmani al mondo (quasi il 90 per cento di 240 milioni di abitanti). La maggior parte di essi segue un Islam moderato, ma negli ultimi anni dei gruppi radicali hanno guadagnato una maggiore influenza. Nel 2010, il direttore dell’edizione indonesiana della rivista Playboy, Erwin Arnada, fu condannato a due anni di reclusione per «indecenza». Fu tuttavia liberato un anno dopo, quando la Corte suprema accolse il suo ricorso.

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