Accordi di Minsk addio, Poroshenko fa marcia indietro

A poche ore dalle elezioni del Donbass e dall'accordo sul gas il presidente ucraino rinnega gli accordi di Minsk e ritira la legge sull' autonomia del filorussi.

Accordi di Minsk addio, Poroshenko fa marcia indietro
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5 Novembre 2014 - 08.27


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A poche ore dalle elezioni che si sono tenute nelle regioni russofone dell’Est,e dall’accordo con Gazprom e unione europea sulle forniture di gas per l’inverno, Kiev sconfessa gli accordi di Minsk e piazza un’altra mina sul percorso di pace: l’Ucraina potrebbe abolire la legge sullo statuto speciale che concede un governo autonomo alle regioni di Donetsk e Lugansk, ad annuciarlo é il presidente Petro Poroshenko, anticipando una discussione del caso al Consiglio di Sicurezza Nazionale, convocato per l’occasione.

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In un discorso alla nazione, il presidente ucraino ha detto che Kiev rimane fedele al protocollo di Minsk, ma deve apportare modifiche alla legge speciale dello stato che era stata approvata dal Parlamento il 16 settembre. “L’Ucraina è pronta ad adottare una nuova legge sul decentramento del potere se tutte le parti a torneranno a rispettare il protocollo di Minsk”, ha aggiunto Poroshenko in realtà contraddicendo la sua stessa mossa.

Il protocollo è stato approvato nella capitale bielorussa il 5 settembre, con le autorità di Kiev e Donetsk e Lugansk milizie che si erano dette d’accordo su un cessate il fuoco in Ucraina orientale. Il gruppo di contatto a Minsk aveva raggiunto accordi anche su altri punti chiave, tra cui lo scambio di prigionieri di guerra e l’accesso agli aiuti umanitari alla zona di conflitto.

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Il documento sulla speciale forma di governo locale nelle regioni di Donetsk e Lugansk , firmato da Poroshenko il mese scorso, prevedeva “un ordine temporaneo per il governo locale in alcuni distretti” e suggeriva che in quei distretti entro dicembre si sarebbero tenute elezioni locali . Sulla scorta di quel documento, domenica scorsa nelle autoproclamate “repubbliche del popolo” del Donbass ha votato più di un milione di persone e secondo i risultati finali del voto il leader in carica Aleksandr Zakharchenko ha vinto a Donesk con circa il 75 per cento dei voti, mentre a Lugansk, il 63 per cento ha votato per l’attuale capo, Igor Plotnitsky.

Nel suo discorso, Poroshenko ripete che l’Ucraina non riconosce le elezioni nelle regioni orientali, definendole una “farsa a mano armata, un evento terribile che non ha nulla in comune con la vera espressione della volontà del popolo.” Secondo lui, nonostante il documento sottoscritto a settembre, “questo voto viola brutalmente gli accordi di Minsk, ee minaccia di distruggere il processo di pace nella zona.”
I rappresentanti delle regioni di Donetsk e Lugansk ribattono di avere rispettato in pieno il protocollo di Minsk e si dicono pronti a continuare il dialogo con Kiev “se i suoi funzionari cominceranno ad agire in modo sensato.”

L’Ucraina ha tenuto le sue prime elezioni parlamentari del 26 ottobre, e Mosca ha riconosciuto i risultati di entrambi i voti. In precedenza, il presidente russo Vladimir Putinaveva detto che la legge che attribuisce uno status speciale alle regioni dell’ Ucraina orientale “non é perfetta”, ma può essere utilizzata per stabilizzare definitivamente la situazione nella zona:”Forse non è un documento perfetto – aveva rilevato – rappresenta è un passo nella giusta direzione, e speriamo che venga per una soluzione completa dei problemi di sicurezza”, aveva detto Putin subito dopo i colloqui a porte chiuse con Petro Poroshenko a Milano.

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Fonti: Agenzie

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