Gorbacev: "Usiamo il cervello"

L'uomo della "perestrojka"dice : "Insulti e provocazioni non servono, abbiamo sfide globali come il clima. Le grandi potenze hanno il dovere di collaborare".

Gorbacev: "Usiamo il cervello"
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12 Settembre 2014 - 05.15


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Per essere franco, credo che gli ultimi eventi stiano mettendo a dura prova non solo le relazioni tra Russia e Ucraina – scrive l’ex presidente russo Mihail Gorbacev nella prefazione ad un libro di prossima uscita – ma anche la prospettiva generale della politica globale rischia di spingere il mondo sull’orlo di grossi guai. Tutto quello che succede mi provoca un dolore enorme. La posta in gioco è troppo alta, pericoli ed i rischi sono troppo grandi e questo mi porta a esprimere la mia visione ed i miei pensieri su come trovare la via d’uscita.

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Per qualsiasi russo l’Ucraina e le relazioni con essa hanno sempre rappresentato un tema speciale: legami storici, culturali e connessioni familari fra i due paesi sono esistiti a lungo all’interno di un singolo Stato, così stretti e duraturi che adesso gli eventi della nazione vicina li hanno, per così dire, contraddetti. (…)La causa profonda che io vedo negli avvenimenti ucraini é nell’insensata e opportunistica “dissoluzione” dell’Unione sovietica, e dunque la responsabilità principare ricade sui vecchi leaders della Russia ed è stata aggravata dai processi centrifughi degli Stati dell’Unione. Allo stesso tempo però va ricordato che l’Ucraina ha sabotato il processo di trasformazione dell’Unione sia prima del colpo di Stato dell’agosto 1991 che dopo, nonostante il fatto che la maggior parte delle repubbliche avessero approvato il testo del trattato sull’Unione europea (…)


Questi due paesi – membri permanenti e più influenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – devono realizzare la loro responsabilità rifiutando considerazioni a breve termine per ripristinare il livello di comprensione e fiducia. I loro ministri dovrebbero incontrarsi per una seria conversazione e fare gli sforzi congiunti, in coordinamento con gli altri membri del Consiglio di sicurezza, per mettere a punto un progetto di risoluzione comune. Tale documento potrebbe essere un potente fattore che influenzerà la situazione e potrebbe contribuire a invertire il corso negativo degli eventi. Quindi, abbiamo bisogno del più ampio dialogo possibile tra tutte le forze ucraine responsabili su come salvare il paese e costruire un consenso nazionale. Dopo tutto quello che è successo – recriminazioni, ostilità, sangue – questo obiettivo appare molto difficile e potrebbe essere un’ illusione,ma non esiste alternativa. Questo compito deve essere affrontato. Il presidente eletto in Ucraina nel maggio scorso porta con sè una responsabilità enorme, penso che a Kiev sia necessario tenere le elezioni per il nuovo parlamento al più presto possibile . Ma prima ancora cominciamo una discussione seria e reale e diamo vita ad una Tavola rotonda.Ricordo bene come, nel 1988, discussi l’idea della tavola rotonda con il presidente polacco Wojciech Jaruzelski. Allora dissi al generale: “Potete contare sulla nostra parte per la piena comprensione e sostegno.” A quel tempo in Polonia tra governo e opposizione c’era sfiducia, addirittura ostilità, ma entrambe le parti furono in grado di mettere gli interessi nazionali sopra ogni altra cosa. L’Ucraina oggi ha soprattutto bisogno di consenso sull’ordine costituzionale e sulle basi della politica interna ed estera ed a raggiungere tale accordo possono essere solo gli stessi ucraini. Ma con un presupposto: salvaguardare gli interessi di tutti i gruppi etnici, le popolazioni e le regioni. In politica estera, una delle più importanti priorità dello Stato ucraino dovrebbe essere la creazione di relazioni con la Russia, sono certo che la maggioranza degli ucraini non solo lo capisce ma lo vuole capire e questo deve essere chiaro all’Occidente. I suoi leader dovrebbero smettere di cercare di trascinare l’Ucraina nella NATO, perché tali tentativi non hanno portato e non possono portare ad una rottura nelle relazioni tra l’Ucraina e la Russia. Mi piacerebbe sperare che l’Ucraina non avrà più la febbre e possa trovare finalmente la via della riconciliazione e di una vita migliore per tutti i cittadini del paese, e che i rapporti russo-ucraini tornino di nuovo ad essere relazioni tra due popoli fratelli . La crisi ucraina ha provocato un deterioramento grave e pericoloso delle relazioni tra la Russia e l’Occidente. Il presidente Obama ha detto che la Russia dovrebbe essere isolata, lui e altri leader dell’Occidente rifiutato di negoziare con il presidente russo nel “G 8”. Le sanzioni economiche imposte contro la Russia hanno fortemente limitato la cooperazione in molti settori, così come le decisioni sul rafforzamento della presenza militare della NATO nei paesi limitrofi ricordano gli anni della Guerra Fredda. Ho sentito affermazioni secondo cui la “Guerra Fredda” é ricominciata,e qualcuno pensa non sia mai finita. Siamo dunque xondannari ad un nuovo “round” del confronto globale? Cosa possiamo e dovremmo fare per fermare questo pericoloso andamento, evitando un’altra divisione dell’Europa e del mondo? Noto che entrambe le parti, sia Russia che Occidente, hanno detto di non volere una nuova “Guerra Fredda”: non tutto é perduto, a certi livelli la comunicazione fortunatamente viene mantenuta. Alcuni passi simbolici sono stati fatti con l’intento di dimostrare che la Russia e l’Occidente non sono nemici: mi riferisco in particolare alla partecipazione di Vladimir Putin alle celebrazioni tenute in Francia e dedicate al 70.o anniversario dello sbarco della forze alleate in Normandia. Tuttavia, non si é riusciti a riportare le relazioni al “picco”,in realtà il dialogo é congelato, una escalation reciproca delle sanzioni sta infliggendo danni all’economia sia russa che e occidentale, e soprattutto manca l’interazione politica. E ‘molto importante guardare le cose in un modo equilibrato, ricordarsi di mantentenere sobrietà quando sono in gioco sfide globali e interessi umani, oltre a numerosi problemi la cui soluzione è impossibile senza la cooperazione tra le grandi potenze mondiali. Quindi, è necessario tornare ai postulati fondamentali del nuovo modo di pensare che abbiamo offerto al mondo nel momento di massima tensione fra Est ed Ovest. Allora la sfida principale era rappresentata dal pericolo di un conflitto nucleare su scala globale: siamo stati capaci di rimuovere questa minaccia ma la questione non é ancora stata rimossa dall’agenda, mentre nello stesso tempo siamo gravati da nuove minacce, specialmente quella del cambiamento globale del clima. Le previsioni degli scienziati si fanno sempre più allarmanti, l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite in materia di ambiente parla di un aumento della temperatura media annua di 5 gradi centigradi entro il 2050 con la scomparsa del ghiaccio del Mar Glaciale Artico. In tali circostanze, l’umanità non ha mai vissuto! Altre sfide globali sono la crescente scarsità di acqua dolce, di risorse alimentari, il problema del terrorismo internazionale, la cyber-sicurezza, la prevenzione delle pandemie. Non permettiamo che la cooperazione in tutti questi settori diventi vittima della crisi attuale nei rapporti tra le grandi potenze! Si dice che l’attuale aggravamento dei rapporti sia stato in gran parte risultato di una”inesistente” relazione personale tra i presidenti Putin e Obama, e si aggiunge che l’attuale composizione dei leader mondiali non può contare per un significativo miglioramento della situazione. Io penso che questo approccio sia un grosso errore. Noi non ci scegliamo i partners, la relazione non consiste nel “sommare”, al contrario è dovere dei leader verso i loro cittadini ed il mondo di passare sopra il privato per scegliere una posizione veramente nazionale. Un dialogo basato non sugli insulti, sulle lamentele comuni e le frustrazioni, e invece sulla la comprensione della comunità del nostro destino è quello che ci serve ora. Tornare al livello precedente di fiducia non sarà facile, ma prima cerchiamo di ristabilire un’atmosfera di ricerca di soluzioni reciprocamente accettabili. Utilizziamo a questo fine tutti i canali, quello aperto, pubblico, privato accanto ai metodi della “diplomazia silenziosa”. Cerchiamo di non demonizzare l’altro, di non attribuirgli solo cattive intenzioni, di non accusarlo di “gesta oscure”. Sono convinto che alla fine probabilmente si riuscirà a tornare ai principi del nuovo pensiero negli affari internazionali. Questo è inevitabile se non vogliamo distruggere il mondo in cui viviamo insieme. Ma non bisogna perdere tempo, oggi è questa la cosa più importante. Fonte: Global Affairs, Russia
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