Terrore in Siria: l'Isis fucila 160 militari e rapisce 43 caschi blu

I militari dell'Onu sono stati catturati nell'altopiano del Golan durante dei violenti combattimenti scoppiati nella zona fra l'esercito siriano e le milizie ribelli.

Terrore in Siria: l'Isis fucila 160 militari e rapisce 43 caschi blu
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28 Agosto 2014 - 18.35


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Le milizie jihadiste sunnite dello Stato Islamico (Isis, o anche Isil o Is) hanno giustiziato nelle ultime 24 ore oltre 160 militari siriani catturati nella provincia settentrionale di Raqa: lo hanno reso noto fonti delle organizzazioni siriane per la difesa dei diritti umani. E questo mentre un’altra sigla jihadista della galassia dei gruppi armati in Siria, ha preso in ostaggio 43 caschi blu nelle alture siriane del Golan occupate da Israele.

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“Lo Stato Islamico ha giustiziato a colpi di arma da fuoco oltre 160 militari siriani in tre luoghi differenti nella provincia di Raqa”, hanno spiegato le fonti. I militari sarebbero stati catturati nel corso della conquista della Base 17 avvenuta a fine luglio, dell’aeroporto militare di Tabqa, domenica scorsa, e nei pressi della località di Esraya.

Intanto sono 43 i Caschi Blu dell’Onu che si trovano da “qualche ora” nelle mani di un gruppo armato nell’altopiano del Golan, come hanno reso noto le Nazioni Unite, precisando che i militari sono stati catturati durante dei violenti combattimenti scoppiati nella zona fra l’esercito siriano e le milizie ribelli.

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Lo scontro è avvenuto nei pressi della località di Quneitra, nella zona demilitarizzata delimitata nel 1974 e in cui è presente il contingente delle Nazioni Unite incaricato di sorvegliare il rispetto degli accordi fra Israele e Siria (Undof).

Lo Stato ebraico occupa infatti dal 1967 una parte dell’altopiano del Golan, annessione non riconosciuta dalla comunità internazionale, mentre la parte rimanente si trova sotto il controllo siriano.

Oltre ai 43 Caschi Blu catturati, altri 81 militari dell’Onu sono al momento bloccati nei pressi di altre due località della zona. L’Undof conta circa 1.200 effettivi appartenenti a sei Paesi diversi (India, Fiji, Filippine, Irlanda, Olanda e Nepal) ma le Nazioni Unite non hanno precisato la nazionalità dei soldati coinvolti.

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