Israele non concorderà con Hamas un nuovo cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, tramite i negoziati che si sarebbero dovuti svolgere a Il Cairo, in Egitto. Secondo alcune indiscrezioni di stampa il gabinetto di sicurezza di tel Aviv starebbe piuttosto valutando la fine delle operazioni a Gaza e un ritiro unilaterale, una volta ottenuto il ripristino della deterrenza. “Se avvertiremo che la deterrenza è stata raggiunta – ha detto un esponente ufficiale, citato da Haaretz in forma anonima – lasceremo la Striscia in base al principio di ‘calma in cambio di calma’. Se ci accorgeremo invece che la deterrenza non è stata ancora raggiunta, continueremo l’azione a Gaza, oppure lasceremo il terreno affidandoci agli attacchi aerei”.
La decisione di autorizzare il ritorno della popolazione civile nel settore Nord della Striscia sembra rafforzare a breve l’ipotesi prospettata dalla fonte riportata da Haaretz. Al tempo stesso Israele cercherà di raggiungere comunque intese con l’Egitto, con il presidente palestinese Abu Mazen e con la comunità internazionale riguardo una prospettiva di smilitarizzazione di Hamas, la supervisione di tutte le merci che entrano a Gaza e la sua ricostruzione.
Intanto è salito a 101 il bilancio delle vittime palestinesi, uccise da ieri a Rafah nel corso dell’offensiva militare israeliana in seguito al presunto rapimento di un soldato, probabilmente sequestrato nella stessa zona. Il nuovo bilancio è stato divulgato dai soccorritori locali. Hamas però ha negato di aver rapito Hadar Goldin, 23 anni, ufficiale della brigata di fanteria Ghivati e ha accusato Israele di volere una nuova scusa per intensificare i bombardamenti sulla Striscia. Secondo l’ala militare di Hamas, il soldato sarebbe morto durante un bombardamento.
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