Si prepara la battaglia di Donestk

L'esercito ucraino continua ad avanzare ed i separatisti si sono asserragliati nella loro città-simbolo, bisogna fermare lo scontro prima che conduca a conseguenze irreparabili<br>

Si prepara la battaglia di Donestk
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8 Luglio 2014 - 19.08


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L’esercito ucraino continua la sua marcia verso Donetsk, dove i ribelli pro-russi si sono radunati per difendere la città e se la diplomazia non riuscirà ad intervenire in tempo in Ucrania si prepara lo scontro più sanguinoso dagli inizi della crisi. Kiev continua a parlare di tregue e colloqui ma nei fatti sta puntando sull’ offensiva mlitare a scapito dei canali diplomatici, mentre Mosca avverte che un uso spropositato della forza potrebbe avere conseguenze terribili.

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Nelle ultime ore le truppe ucraine hanno continuato la loro avanzata verso i bastioni separatisti riconquistando due piccole città a sud di Slavjansk, adesso la bandiera di Kiev sventola sopra Hisse Artemivsk (77.000 Abitanti) e Droujkivka (60.000) situate sulla strada che collega Slavjansk a Donetsk. I separatisti sarebbero ormqi circondati anche a Slavjansk e Kramatorsk, mentre avrebbero lasciato gli abitati di Droujkivka e Kostyantynivka.

A Slavjansk è stato dato inizio alla distribuzione del pane ad una popolazione che non mangiava da due giorni, le forze ribelli continuano a concentrarsi verso Donjesk, dove i capi della ribellione dicono che si prepara una resistenza feroce”. I nazisti di Kiev non passeranno, saranno respinti e non riusciranno a mettere in ginocchio la regione del Donbass”, dicono i proclami trasmessi alla radio dai separatisti. Mosca finora mantiene un atteggiamento calmo anche se i filorussi d’oltreconfine cominciano a sentirsi “traditi”, ma é davvero difficile immaginare cosa potrebbe succedere se l’offensiva delle truppe lealiste dessero vita ad una battaglia all’ultimo sangue.

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Il ministro degli Esteri russo Seghej Lavrov si è sentito nuovamente per telefono con i colleghi russo e francese, sollecitando un incontro urgente che possa fermare la guerra. Anche Laurent Fabius, capo della diplomazia francese si schiera per trattative immediate pur aggiungendo che”l’Ucraina deve poter avere il diritto di controllare leproprie frontiere”. Anche la Serbiam, che si appresta a rivestire la presidenza di turno dell’Osce, attraverso il ministro degli Esteri, Ivica Dacic chiede “di fermare l’uso della forza e di avviare un processo negoziale”, ed è pronta a mandare nella regione una serie di osservatori che garantiscano la pace.

Anche fra gli ucraini fedeli al governo di Kiev si fa strada la percezione dei rischi del momento: su “Facebook” è partita un’iniziativa che mira a sostenere un esercito sì possente, ma male armato e carente negli approvigionamenti. Adesso un gruppo di oltre 6 mila volontari sta cercando di organizzare la distribuzione degli aiuti ai combattenti lealisti.

“La gente portare quello che possono: cibo, vestiti o persino la biancheria intima”, ha detto uno di loro, mostrando una borsa piena di pesanti calze di lana. Secondo il Ministero della Difesa, il bilancio militare è stato aumentato di quasi un quarto in aprile per soddisfare le esigenze dell’offensiva contro i ribelli filo-russi. Le donazioni, sia da Ucraina che dall’estero, importo per la loro parte in un totale di 8 milioni di euro, però alle truppe a mancano generi di prima necessità, quando non si tratta di giubbetti antiproiettile e caschi.

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