Il primo ministro Recep Tayyip Erdogan si prepara ad annunciare la candidatura per le elezioni presidenziali di agosto in una Turchia sempre più divisa dalla sua intransigente repressione e dalla sistematica stroncatura dal dissenso. Ufficialmente nulla è deciso ma ormai non ci sono più dubbi, l’uomo forte del paese dovrebbe candidarsi entro due settimane alle elezioni che si terranno in due turni, il 10 e 24 agosto e per la prima volta funzioneranno sul suffragio universale diretto.
il vice primo ministro Bulent Arinc non ha fatto mistero sul nome del candidato che porterà i colori di “AKP”. Il partito islamico della giustizia governo. “Sapete tutti chi è, non fatemelo dire”, ha risposto ai giornalisti ed intanto circolano anche I nomi dei potenziali successori di Erdogan come capo del governo: si parla dei vice primi ministri, Ali Babacan e Besir Atalay o dl il capo dei servizi di intelligence ( MIT ), Hakan Fidan, tutti da annoverare tra i fedelissimi. L’attuale capo dello Stato, Abdullah Gül, un moderato che ha preso le distanze da Erdogan non pensa invece che l’attuale premier abbia molte possibilità.
Per temperamento e convinzioni Erdogan si differenzia già dal capo dello Stato, ha detto di non avere alcuna intenzione di “coltivare crisantemi” come ha fatto Gul, ma intende continuare a guidare efficacemente il paese. “Erdogan ha già fatto sapere che non sarebbe un presidente come gli altri ed invece ha intenzione di usare a suo modo i poteri che gli verranno assegnati – dice alla “France Presse” Serkan Demirtas, capo dell’ufficio del quotidiano Hurriyet – anche se è odiato da gran parte della popolazione che dovrebbe rappresentare. “Perché se il suo predecessore come capo di stato ha esercitato il suo mandato neille manifestazioni pubbliche, il primo ministro affronta le elezioni presidenziali fortemente dopo una foto fortemente contestata.
Nell’inverno Erdogan é stato già investito da un grave scandalo di corruzione, ha risposto agitando teoria di un complotto ordito dai suoi ex alleati nell’organizzazione di Imam Fethullah Gülen, descritti come “terroristi e traditori”, poi se l’é presa anche con i manifestanti di piazza Taksim. Ha ccusato gli oppositori di boicottare la ripresa economica ha cercato di farsi passare come vittima – commenta il professor Omer Taspinar, co-direttore del programma turcopresso la Brookings Institution.
«AKP ha vinto tutte le elezioni dal 2002 – aggiunge – dunque perché simili aggressioni e tanta intolleranza? Nello scorso fine settimana, come accade quasi sempre l’anno scorso, la polizia ha duramente represso a Istanbul ad Ankara la protesta di diverse migliaia di manifestanti che volevano celebrare il primo anniversario delle rivolte di Gezi Park e 126 persone sono state arrestate”.
“Il modo in cui il governo reagisce contro di noi di fa sempre più violento – lamenta uno dei portavoce dei manifestanti, Tayfun Karaman – Erdogan non sa più cosa fare per evitare che i cittadini interferiscano nella politica del paese. “Secondo il parere di molti osservatori, la mossa inaugurale di Erdogan nella corsa per la presidenza consiste nel rendere ancora più elettrico il clima politico. “Il primo ministro vuole essere eletto presidente eppure semplicemente non sopporta che la gente commemorari pacificamente le vittime di una mobilitazione civile – lamenta il columnist, di Hürriyet – secondo lui tutti dovrebbero solo avrebbe che tutti tacere e ascoltare”.
