Rifiuti zero, come uscire dalla 'grande monnezza'

La proposta è nelle mani della giunta capitolina. Gli obiettivi: il 65% di raccolta differenziata entro il 2016 e del 75 entro il 2020, con almeno il 50% di effettivo riciclo.

Rifiuti zero, come uscire dalla 'grande monnezza'
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25 Marzo 2014 - 12.16


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di Claudio Bellumori

Mesi di lavoro per raggiungere la meta dei ‘Rifiuti zero’. Adesso la delibera c’è ed è nelle mani della giunta capitolina e del consiglio. Il testo, messo a punto da Zero Waste Lazio e dal coordinamento No discariche No inceneritori del IX Municipio, si avvale di esperti quali Attilio Tornavacca e Salvatore Genova (Esper), Enzo Favoino e Alberto Confalonieri (scuola Agraria Parco di Monza), Roberto Cavallo e Fabio Papa (Erica coop), Raphael Rossi (manager gestione rifiuti). E gli obiettivi sono il conseguimento del 65 per cento di raccolta differenziata entro il 2016 e del 75 per cento entro il 2020, con almeno il 50 per cento di effettivo riciclo.

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Le proposte. Tra i punti spicca la riconversione generale degli attuali impianti di tmb (trattamento meccanico biologico, ndr) di Ama Spa, dedicati alla selezione dei rifiuti indifferenziati “a vantaggio di tecnologie che favoriscano il recupero di materia eliminando progressivamente l’attuale produzione di cdr (combustibile da rifiuti, ndr) e il ricorso all’incenerimento”. Nel documento si sottolinea che tale riconversione “può avvenire attraverso la modifica del sistema attuale con un sistema di selezione e separazione meccanica di tutte le frazioni del rifiuto indifferenziato al fine di avviarle direttamente verso le diverse filiere industriali”. Il discorso vale anche “per le plastiche eterogenee non da imballaggio è possibile trovare altri sbocchi con il recupero attraverso, per esempio, tecnologie di presso- estrusione”. Inoltre è stato chiesto di istituire gli Osservatori Municipali verso Rifiuti Zero’ con il compito “di monitorare, nell’ambito del contesto municipale, l’attuazione delle disposizioni generali della presente deliberazione, rendere pubblici e disponibili i dati sugli obiettivi raggiunti, raccogliere segnalazioni ed indicazioni dai cittadini e dalle utenze in genere”. Gli organismi saranno costituiti “con rappresentanza paritaria da Municipio e Ama da un lato e dalla Associazioni, Comitati e Cittadini dall’altro che insieme procederanno alla nomina di un presidente esterno all’Amministrazione comunale”. In tale ottica dovrà essere istituito anche Istituire ‘l’Osservatorio Comunale verso Rifiuti Zero’ al quale spetterà di analizzare “i dati forniti daglii osservatori Municipali nel percorso cittadino verso Rifiuti Zero indicando criticità e soluzioni per rendere il suddetto percorso trasparente, verificabile, partecipato e costantemente aggiornato anche alla luce dell’evolversi del quadro nazionale ed internazionale”.

Il futuro e centri di riuso. Gli altri tasselli da inserire puntano a distinguere “attraverso una contabilità separata del ciclo dei rifiuti urbani” la raccolta e il riciclo dalle attività di spazzamento stradale e decoro. E poi non va dimenticato il progetto di attuare entro il 2015 “un sistema di tariffazione puntuale, basato sulla effettiva quantità di rifiuti indifferenziati prodotti dalle utenze domestiche e non domestiche, con modalità di rilevazione e sistemi tecnologici avanzati da sperimentare in uno o più Municipi in funzione della sua successiva applicazione generalizzata”. Infine “promuovere nel tempo la diffusione delle iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti e la preparazione al riutilizzo dei rifiuti realizzando già entro il 2016 un progetto pilota di “centri di riuso provvisori” nei quale sia possibile scambiare beni e prodotti intercettandoli prima che acquisiscano lo status di rifiuto”. Questi centri di riuso, posti “preferibilmente su aree in prossimità dei centri di raccolta”, avranno inizialmente lo scopo di favorire la donazione e lo scambio tra privati di beni e prodotti “intercettandoli prima del conferimento come rifiuti nei centri di raccolta o nelle isole ecologiche mobili”. Presso gli stessi centri di riuso saranno attivate iniziative didattiche, culturali, sociali ed educative con l’obiettivo di sensibilizzare ed educare la cittadinanza alla pratica del riutilizzo. Tale sperimentazione dovrà condurre, negli anni successivi, compatibilmente ed in conformità con i citati decreti attuativi, “alla diffusione di veri e propri ‘centri del riuso e riparazione’ con la massima diffusione sul territorio comunale, prevedendo un incremento progressivo fino al raggiungimento dell’obiettivo di un centro ogni Municipio”. Roma Capitale, da par sua, favorisce lo sviluppo della filiera del riutilizzo mettendo a disposizione dei gestori dei centri di riuso, spazi e strutture sia per la ricezione, i laboratori ed il deposito che per la preparazione al riutilizzo.

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