Chiusi in casa e senza cibo: l'allarme del vescovo di Luxor

Nei villaggi accanto alla cittadina sul Nilo la rivolta ha provocato il taglio dei rifornimenti: la gente sta rinchiusa in casa per paura e non sa come sopravvivere.

Chiusi in casa e senza cibo: l'allarme del vescovo di Luxor
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20 Agosto 2013 - 18.17


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«Sto piangendo per tutta questa umanità semplice, musulmani e cristiani, che risiede nei villaggi della zona che non ha niente perché le scorte alimentari stanno finendo e la gente ha paura di uscire di casa. Anche chi è benestante non può comprare il cibo perché tutti gli esercizi commerciali sono chiusi. Vorrei recarmi da loro per aiutarli ma non posso perché anch’io sono segregato in casa» ha detto Sua Eccellenza Monsignor Youhannes Zakaria, vescovo copto cattolico di Luxor, che venerdì 16 agosto (il giorno delle manifestazioni indette dai Fratelli Musulmani per protestare per la destituzione del Presidente Morsi) ha subito un tentativo di aggressione.

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«I manifestanti pro Morsi dopo essere stati cacciati via dal centro di Luxor, sono arrivati sotto il Vescovado gridando “morte ai cristiani”. Per fortuna la polizia è arrivata in tempo a salvarci. Ora polizia ed esercito stanno presidiando la casa con due mezzi blindati» ha raccontato il Vescovo.

«A Luxor la situazione è critica anche se non come nel Basso Egitto (Minya, Assiut) o al Cairo. Comunque anche qua ci sono stati disordini nel corso dei quali diverse case di cristiani sono state bruciate. Dieci giorni fa, inoltre, in un villaggio qui vicino sono stati uccisi 5 cristiani e un musulmano» ha detto Mons. Zakaria. «Per motivi di sicurezza abbiamo cancellato le celebrazioni dell’Assunta, che qui si festeggia il 22 agosto e non il 15. Ognuno è chiusa nella propria casa. Io sono rinchiuso nel Vescovado da circa 20 giorni. Le forze di sicurezza mi hanno consigliato di non uscire» ha aggiunto Mons. Zakaria.

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Secondo il Vescovo la campagna contro i cristiani inscenata dai sostenitori della Fratellanza Musulmana nasce dal fatto che «loro pensano che i cristiani siano la causa della caduta di Morsi». «È vero- ha aggiunto- che i cristiani hanno partecipato alle dimostrazioni contro Morsi, ma erano 30 milioni gli egiziani, la maggior parte dei quali musulmani, scesi in piazza contro il deposto Presidente. Attaccando i cristiani vogliono gettare l’Egitto nel caos».
Mons. Zakaria ha aggiornato le cifre sulle distruzioni subite dalle diverse confessioni cristiane negli ultimi giorni. «Sono state bruciate più di 80 chiese e diverse scuole cristiane. Ricordo che in Egitto la Chiesa cattolica gestisce da Alessandria fino ad Assuan più di 200 scuole dove alunni cristiani e musulmani siedono gli uni accanto agli altri».

«Faccio mio l’appello di Papa Francesco perché si preghi per la pace in Egitto. Solo con il dialogo e con il rispetto reciproco si potrà uscire da questa drammatica situazione» ha concluso il Vescovo.

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