Operazione Newcombe: Gran Bretagna verso il Mali

L'uccisione di sei cittadini britannici in Algeria ha dato una scossa al governo di Londra. Mentre l'esercito britannico è in agitazione per i tagli. [Francesca Marretta]

Operazione Newcombe: Gran Bretagna verso il Mali
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22 Gennaio 2013 - 15.50


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da Londra

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Francesca Marretta

Operation Newcombe. E’ questo il nome in codice dell’intervento che la Gran Bretagna sta preparando per affiancarsi alla Francia in Mali. Unità scelte di Esercito, Marina e Aviazione britannica sono in stato di allerta in caso di intervento rapido. I vertici militari presenteranno entro fine settimana un programma d’azione che include intensificazione dei training e sostegno economico per le truppe africane con cui è in piedi una collaborazione militare. Intervenendo ieri alla Camera dei Comuni il Premier David Cameron ha parlato di “lotta generazionale” al jihadismo.

La crisi degli ostaggi in Algeria, in cui sono stati uccisi sei cittadini britannici, ha dato una scossa al governo di Londra, che dichiara ora aperto il confronto con al-Qaeda in Africa.

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La vicenda algerina, ha detto Cameron, ha mostrato il tipo di minaccia rappresentata dai gruppi attivi in Nord-Africa per “interessi, compagnie e cittadini” britannici.

Secondo alcuni quotidiani vicini alle politiche del governo, come il Daily Telegraph, la preparazione dell’intervento in Africa avviene in un momento in cui serpeggiano parecchi malumori tra le forze armate. Nelle scorse ore sono stati annunciati tagli al settore Difesa e circa 5000 soldati perderanno il posto di lavoro. Le truppe britanniche preparano il disimpegno dall’Afghanistan, una guerra che certo non si può definire un successo e che ha causato gravi perdite tra i militari britannici.

Diversi media su questa sponda della Manica hanno sottolineato come i toni assunti da Cameron in seguito alla crisi algerina e in vista dell’intervento in Mali ricordino la narrativa di Blair e Bush post 11 settembre (2001). “Dobbiamo frustrare i terroristi con la nostra sicurezza, batterli militarmente, affrontare il linguaggio velenoso che usano e chiudere gli spazi non controllati dai governi in cui prosperano”, ha detto il Premier londinese, che si scorda però di aggiungere che a contribuire alla destabilizzazione nella Regione è stato indirettamente anche l’intervento militare in Libia avviato dal suo governo e dalla Francia.

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